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Omicidio di Alessandra Matteuzzi, la pm: “Padovani merita l’ergastolo”

L’ex calciatore è accusato di aver massacrato la ex con 20 martellate. L’accusa: “Colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio: non l’ha solo uccisa, voleva cancellarne la bellezza”.

Bologna – La Procura di Bologna ha chiesto l’ergastolo per Giovanni Padovani, l’ex calciatore dilettante a processo in Corte D’Assise a Bologna per aver ucciso, il 23 agosto 2022, l’ex compagna Alessandra Matteuzzi. La richiesta è stata fatta dalla procuratrice aggiunta Lucia Russo, secondo quanto riporta l’agenzia DIRE. Un omicidio brutale, che il 27enne ex calciatore avrebbe perpetrato colpendo la 56enne al volto e alla testa con 20 martellate in via dell’Arcoveggio, nella periferia di Bologna.

Russo sottolinea che in questo caso “non sussistono elementi che possano giustificare il riconoscimento delle attenuanti generiche”, ricordando che “l’azione atroce, programmata da tempo” di Padovani “non ha risparmiato nessuna parte del suo corpo”.

La vittima, Alessandra Matteuzzi

Alessandra Matteuzzi, afferma la procuratrice, è stata “annientata, Padovani l’ha uccisa ancor prima di toglierle la vita”, e lo ha fatto “spiandola in ogni luogo” e mettendo in atto “per oltre un anno una sequenza di condotte che è qualcosa di allucinante”. A questo, conclude Russo, va aggiunto il fatto che, dopo l’arresto e durante il processo, l’imputato “fino all’ultimo ha cercato di ingannare, simulando una malattia mentale per avere vantaggi processuali”.

Dell’atroce delitto è accusato l’ex calciatore dilettante Giovanni Padovani.

“La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente“. Questa nota scritta sul suo cellulare da Giovanni Padovani il 2 luglio 2022 per la Procura di Bologna è una delle prove del fatto che, come spiega la procuratrice aggiunta Lucia Russo, l’ex calciatore dilettante “già da molte settimane aveva in testa che Alessandra Matteuzzi doveva essere uccisa”. Un delitto, quello poi avvenuto il 23 agosto 2022, così brutale da far dire alla pm Francesca Rago che Padovani non voleva solo uccidere l’ex compagna, ma “cancellare i suoi connotati e la sua bellezza”.

Esaminando, durante la requisitoria in Corte d’Assise, le aggravanti contestate all’imputato- stalking, motivi abietti e futili, premeditazione e legame affettivo con la vittima– Russo afferma senza mezzi termini che Padovani “considerava Alessandra una proprietà”, aggiungendo che “nel loro rapporto non c’è nulla che abbia a che fare con l’amore o con altri sentimenti positivi” e che il giovane “in realtà disprezzava profondamente” la vittima. Questo, secondo la procuratrice, è dimostrato, ad esempio, dai pesantissimi insulti con cui Padovani si riferiva alla donna in una chat con alcuni compagni di squadra. Quanto alla premeditazione, l’accusa ricorda che l’imputato comunicò a più persone la sua intenzione di uccidere Matteuzzi, citando un messaggio scritto in chat ai compagni di squadra in cui diceva: “Io pagherò, ma lei paga“.

Nella prossima udienza, in programma alle 10.30 del 22 gennaio, parleranno gli altri legali di parte civile e il difensore dell’imputato, Gabriele Bordoni, e il presidente della Corte, Domenico Pasquariello, ha già fatto sapere che fisserà un’ulteriore udienza per le repliche, al termine delle quali i giudici si ritireranno in camera di consiglio.

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