L’uomo è accusato di duplice omicidio e vilipendio di cadavere. Il delitto dopo una cena: ubriaco, avrebbe cercato di approfittare delle vittime per poi trucidarle.
Agrigento – E’ un uomo di 24 anni, anch’egli di nazionalità romena, l’uomo arrestato nella tarda serata di ieri per il duplice efferato omicidio delle due connazionali Delia Zarniscu e Maria Rus. L’uomo, sottoposto a fermo da parte della Procura di Agrigento, è uscito dalla caserma dei carabinieri ed è stato scortato in carcere da alcune auto dei militari. Ora è accusato di duplice omicidio e vilipendio di cadavere. Da quanto si apprende, il romeno si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere al pm Elettra Consoli e all’aggiunto Salvatore Vella. A difendere il 24enne l’avvocato Diego Giarratana.
La due donne sono state trovate morte nelle loro rispettive abitazioni, a meno di 200 metri di distanza l’una dall’altra. Delia Zarniscu giaceva accovacciata su un fianco sul divano del soggiorno in un lago di sangue, tutt’attorno l’appartamento era devastato dai segni della sua lotta disperata per sfuggire alla ferocia dell’assassino. Maria Rus è stata invece trovata distesa a terra con gran parte del corpo carbonizzato, rivolta verso l’uscita, come se avesse provato a scappare dopo che il suo aguzzino le ha dato fuoco mentre era priva di conoscenza su una poltrona.
Secondo quanto si apprende, il romeno arrestato sarebbe lo stesso uomo che ha effettuato la chiamata al 118 utilizzando il telefono di Delia Zarniscu. L’uomo pare vivesse nello stesso stabile della 58enne.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la sera dell’omicidio a casa della 58enne Delia Zarniscu, in via Vinci, si sarebbe tenuta una cena accompagnata da super alcolici. Seduti alla tavola della donna, anche il 24enne romeno e un connazionale 50enne. Il giovane, ubriaco, avrebbe molestato Delia che, respingendo le pesanti avances, avrebbe cacciato di casa i due uomini.
Durante la cena, almeno fino a prima che la situazione degenerasse, i tre romeni avrebbero parlato della connazionale Maria Rus, che era a casa sua sola, separata dal marito. Quando i due uomini sono stati cacciati da Delia, il più giovane si sarebbe diretto verso vicolo Avenia dove avrebbe bussato alla porta dell’abitazione di Maria, mentre il 50enne sarebbe rientrato a casa propria. Maria avrebbe aperto al connazionale ubriaco il quale, forse dopo essere stato respinto o aver cercato di violentarla – lo stabilirà l’autopsia sul cadavere della donna -, si sarebbe gettato su di lei massacrandola. Dopo averla uccisa a botte, avrebbe quindi appiccato il fuoco incendiando la poltrona nel salone di ingresso.
A quel punto il giovane romeno ubriaco sarebbe tornato – sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti – in via Vinci per sfondare la porta di ingresso e con “una ferocia inaudita” trucidare anche la Delia, spaccandole in testa tutto quello che è stato trovato: piccoli mobili, suppellettili e arredi.