L’imprenditore di Taurianova sparì nel nulla il 27 dicembre 2021. Per la Corte d’Assise di Palmi fu vittima di lupara bianca.
Reggio Calabria – Ergastolo per i rosarnesi Salvatore Antonio Figliuzzi, 51 anni, e Ilaria Sturiale, 31, accusati dell’omicidio di Agostino Ascone, imprenditore agricolo di Amato di Taurianova, sparito nel nulla il 27 dicembre 2021 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. A decidere per la condanna della moglie di Ascone e del suo amante i giudici della Corte d’assise di Palmi, che hanno accolto le richieste avanzate dal pm di Reggio Calabria, Salvatore Rossello. Ben 24 anni e mezzo di reclusione, oltre due anni in più rispetto a quanto richiesto dall’accusa, invece, per il terzo indagato, il 31enne Giuseppe Trapasso, ritenuto complice dei due amanti.
Secondo l’accusa, l’imprenditore, originario della frazione Amato di Taurianova, scomparso il 27 dicembre 2021, è rimasto vittima di lupara bianca. Un omicidio di cui, per la Dda di Reggio Calabria, sono responsabili la moglie e Figliuzzi, legati sentimentalmente, con l’aiuto di Trapasso anch’esso di Rosarno. Figliuzzi, condannato in passato per mafia, è ritenuto legato alla cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco ed era il marito della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta nel 2011 per aver ingerito dell’acido. Dopo la scomparsa di Ascone erano cominciate le ricerche in un territorio vastissimo compresa la foce e l’alveo del Mesima.
Ascone sarebbe dunque stato attirato in un tranello con la scusa di aiutare Figliuzzi e Trapasso che avrebbero simulato un guasto all’auto. Grazie alle telecamere di un ristorante e al sistema gps della vettura dell’imprenditore, gli investigatori hanno ricostruito gli ultimi momenti di vita di Ascone. Dalla ricostruzione sarebbe emerso che la vittima si era allontanata con il proprio mezzo assieme a Figliuzzi in direzione Rosarno dove poi è scomparso nei pressi dell’abitazione dell’esponente della cosca Bellocco che, secondo l’accusa, d’accordo con la moglie della vittima e facendosi aiutare da Trapasso, avrebbe riportato il mezzo nei pressi della casa dell’imprenditore agricolo ad Amato di Taurianova. Un contributo all’inchiesta è venuto anche dalle intercettazioni telefoniche e ambientali.
“Ti faccio squagliare nell’acido dai rosarnesi”, avrebbe detto Ilaria Sturiale minacciando la cognata e i familiari del marito che le chiedevano spiegazioni circa le contraddittorie versioni fornite ai carabinieri sull’ultimo pomeriggio di vita dell’uomo.