Oltre 180 costituzionalisti contro il premierato: “Parlamento e Colle in pericolo”

“Siamo al fianco della senatrice Liliana Segre. Si ascoltino gli allarmi che autorevolmente sono stati lanciati. Finché siamo in tempo”.

Roma – Sono oltre 180 i costituzionalisti che hanno firmato un appello contro la riforma sul Premierato, sposando la posizione già espressa dalla senatrice Liliana Segre. Nel documento, pubblicato su Articolo21. org, si denunciano i “possibili pericoli” del ddl Casellati, che torna in Aula oggi al Senato, per l’ultimo atto (dichiarazioni di voto e voto finale) prima del passaggio alla Camera, dopo settimane di polemiche e risse sfiorate. 

“Non è frequente che i costituzionalisti, i cultori professionali della Carta, prendano posizione collettivamente sottoscrivendo pubblici appelli – si legge –. Molti di loro sono più favorevoli a prese di posizione individuali, magari nello spazio più protetto delle aule universitarie o in audizioni o convegni. Ci sono però dei momenti nella vita di un Paese nei quali il progetto di cambiamento delle regole fondamentali assume un significato preoccupante. Sono questi i tempi nei quali alcune personalità di altissimo valore morale pur non essendo ‘addette ai lavori’, sentono la necessità di uscire allo scoperto per denunciare possibili pericoli”.

Liliana Segre

Lo ha fatto Liliana Segrelo scorso 14 maggio, quando ha chiesto la parola per intervenire sul dibattito in Senato. “Ascoltando quelle parole pronunciate con tanta autorevolezza, molti costituzionalisti e studiosi di diritto pubblico, anche i meno avvezzi a sottoscrivere appelli, hanno deciso non di prendere una posizione autonoma ma di mettersi al fianco” della senatrice. Chi firma l’appello ritiene “fondati tutti i timori esposti nell’accorato intervento della senatrice Segre sono fondati”.

In particolare “la creazione di un sistema ibrido, né parlamentare né presidenziale, mai sperimentato nelle altre democrazie, introdurrebbe contraddizioni insanabili nella nostra Costituzione. Una minoranza anche limitata, attraverso un premio, potrebbe assumere il controllo di tutte le nostre istituzioni, senza più contrappesi e controlli. Il Parlamento correrebbe il pericolo di non rappresentare più il Paese e di diventare una mera struttura di servizio del governo, distruggendo così la separazione dei poteri”.

Il Presidente della Repubblica, concludono “sarebbe ridotto ad un ruolo notarile e rischierebbe di perdere la funzione di arbitro e garante. Di fronte a tutto questo anche noi non possiamo e non vogliamo tacere. Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché prevalga l’interesse generale, si ascoltino gli allarmi che autorevolmente sono stati lanciati e si prevengano i pericoli. Finché siamo in tempo”.

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