Il grave gesto avvenuto a Barcellona Pozzo di Gotto: 32 anni fa l’omicidio del giornalista che disse no a un tentativo di corruzione.
Messina – E’ stata danneggiata a Barcellona Pozzo di Gotto la targa toponomastica nella piazza dedicata
al giornalista ucciso dalla mafia Beppe Alfano. Lo hanno scoperto e segnalato il regista Giuseppe Emanuele Cardinale e il giornalista Vassily Sortino, conduttori del podcast “Egoriferiti”, disponibile su YouTube e Spotify. Sulla targa è stata scritta una espressione volgare. “Non è tutto – dicono i due podcaster – da una serie di interviste fatte con la telecamera nascosta tra la gente di Barcellona Pozzo di Gotto, emerge un generale disinteresse e fastidio nei confronti di Beppe Alfano, che appare totalmente sconosciuto dai giovani studenti”.
“Mio padre fa più male da morto che da vivo. Mi dispiace per gli abitanti di Barcellona Pozzo di Gotto, non per me o mio padre. – commenta la figlia del giornalista, Sonia – Quella scritta non è opera dei ragazzini, perché neanche lo conoscono. Non è la prima volta che accade qualcosa a quella targa. In passato è stata
buttata giù e l’amministrazione non se ne era accorta”. Beppe Alfano, originario di Barcellona pozzo di Gotto, è stato ucciso per le sue denunce dalla mafia l’8 gennaio del 1993. A trentadue anni dall’omicidio del giornalista ucciso per aver detto no a un tentativo di corruzione, la figlia Sonia Alfano, già presidente della commissione antimafia al Parlamento europeo, ha sottolineato che “manca ancora piena giustizia”.
Il nostro legale, Fabio Repici, ha spiegato in occasione dell’anniversario della morte del padre, “ha raccolto nuovi elementi che saranno presentati alla DDA di Messina relativi alla latitanza e all’arresto di Giuseppe Gullotti e ai suoi rapporti con Stefano Genovese. Tra gli elementi, spiega l’avvocato Repici, c’è la latitanza, denunciata da Alfano e già accertata in sede giudiziaria, del superboss catanese Nitto Santapaola nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto”.