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Oggi la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti: un “sì” per dare speranza

Nel 2023 in Italia le donazioni hanno superato quota 2.000, ma si può fare molto di più per salvare vite. Iniziative in tutto il Paese per promuovere la cultura del trapianto.

Roma – Grazie al trapianto di organi e tessuti ogni anno migliaia di persone tornano ad avere la speranza di una vita. Ma senza donatori, non può essere fatto alcun trapianto: per questo è importante scegliere, in vita, di diventare donatori. Per sensibilizzare sull’importanza di dare il proprio consenso al prelievo degli organi dopo la morte è stata istituita la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, che si celebra quest’anno domenica 14 aprile. 

Per le donazioni e i trapianti di organi, tessuti e cellule il 2023 è stata un’annata assolutamente positiva, con risultati, per tutti gli indicatori, mai realizzati nella storia del nostro Paese. Per la prima volta in Italia le donazioni di organi hanno superato quota duemila, attestandosi a 2.042 (+11,6%), mentre i trapianti hanno ampiamente oltrepassato il muro, finora mai valicato, dei quattromila interventi in un anno: nel 2023 sono stati realizzati 4.462 trapianti di organi, 586 in più rispetto al 2022 (+15,1%). Si tratta, in entrambi i casi, non solo delle cifre assolute più alte di sempre, ma anche delle percentuali di crescita annuali più elevate mai ottenute. L’aumento dei prelievi ha portato il tasso nazionale di donazione a quota 28,2 donatori per milione di persone (pmp), molto oltre il massimo storico di 24,6 registrato nel 2022.

Come ogni anno, il Ministero della Salute, il Centro nazionale trapianti e le articolazioni territoriali della Rete trapiantologica, insieme a tutte le amministrazioni pubbliche e alle associazioni del volontariato del dono, promuoveranno iniziative ed eventi di informazione e promozione della cultura della donazione e del trapianto.

Chi esprime la volontà a donare gli organi dopo la propria morte potrà salvare persone affette da malattie che non hanno nessuna cura se non il trapianto. Potrà inoltre permettere il recupero della vista a persone affette da alcune lesioni oculari o risolvere altri problemi di salute che non hanno nessun’altra opzione terapeutica.

Dare una speranza ai tanti pazienti in attesa di trapianto significa dichiarare esplicitamente la propria volontà alla donazione di organi e tessuti, attraverso queste modalità:

  • dichiarandolo al momento del rinnovo della Carta d’identità;
  • compilando la dichiarazione di volontà ad uno degli sportelli distrettuali dell’Azienda sanitaria;
  • tramite il sito/app dell’AIDO compilando il modulo o tramite lo spid o la firma digitale;
  • stampando e compilando la tessera donazione sul sito www.sceglididonare.it.

La giornata nazionale dedicata alla donazione e al trapianto di organi e tessuti quindi serve a questo: non si tratta di parole difficili e concetti lontani, ma di persone, uomini, donne e bambini che aspettano e la cui vita può essere salvata con un semplice Sì. 

I dati delle donazioni nel dettaglio

Sono i trentenni sardi i più disponibili a dare il proprio consenso alla donazione degli organi, mentre ancora una volta è Trento la città più generosa d’Italia nella raccolta dei “sì” al momento del rinnovo della carta d’identità. Sono alcuni dei dati che emergono dalla quinta edizione dell’Indice del Dono, il rapporto del Centro nazionale trapianti che fa il punto sulle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nelle anagrafi di oltre 7mila Comuni italiani nel corso del 2023

L’Indice mette ancora una volta in fila alcuni indicatori come la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi. In base ai risultati, per il terzo anno consecutivo è Trento a primeggiare fra le città con oltre 100mila abitanti, con un indice di 71,07/100, una percentuale di consensi del 78,1% e un tasso di astensione del 32%. Trento precede Verona (che sale dal quarto al secondo posto) e Sassari, con Livorno ai piedi del podio. Tra le altre grandi città più virtuose Cagliari è quinta, Ferrara sesta, Padova settima, Firenze ottava e Perugia nona, Bergamo decima. In calo le quattro città maggiori: Milano è 24ma (era 16ma l’anno precedente), Torino passa dal 29mo al 31mo, Roma dal 32mo al 33mo mentre Napoli resta ferma al 39 posto su 44.

Tra i Comuni medio-grandi (tra i 30 e i 100mila abitanti) è di nuovo Corato (BA) a ottenere il risultato migliore, con un indice di 75,70/100, il 76,2% di consensi e solo il 15% di astenuti. La cittadina pugliese precede Nuoro e Gravina in Puglia (BA). Per quanto riguarda i Comuni medio-piccoli (5-30mila abitanti), in testa c’è l’abruzzese Guardiagrele, in provincia di Chieti (indice 88,92/100, consensi 97,2%, astenuti 22,5%), davanti a Leverano (LE) e a Primiero San Martino di Castrozza (TN). Fra i piccoli centri, quelli con meno di 5mila abitanti, primeggia ancora una volta Geraci Siculo (PA), il piccolo paese delle Madonie dove, grazie alla scelta di donazione da parte dei genitori di una bambina di 11 anni scomparsa nel 2021, la piccola Marta Minutella, l’intera comunità è coinvolta ormai da anni in numerose attività di sensibilizzazione. Geraci ha fatto di nuovo segnare in assoluto il miglior risultato tra tutti i comuni italiani, con un indice di 95,83/100 e una percentuale di consensi del 100%: su 163 carte d’identità emesse nel 2023, sono stati raccolti 146 e nessun no, con soltanto 17 astensioni. Nella classifica dei piccoli centri al secondo posto c’è Rovescala (PV) e al terzo Cinte Tesino (TN).

L’edizione di quest’anno dell’Indice del Dono mette in evidenza anche la propensione alla donazione nelle diverse fasce d’età a livello regionale: la percentuale di consensi più alta – ben l’84,7% – è quella registrata tra i cittadini sardi tra i 31 e i 40 anni. E’ proprio quella dei trenta-quarantenni la categoria che a livello nazionale dimostra maggiore generosità, con un consenso medio del 73,8%. A seguire ci sono i 41-50enni (73,1%) e i 51-60enni (71,3%): in entrambe le fasce, a livello regionale, sono i trentini a dichiarare il consenso in percentuali maggioriMeno buoni i risultati della raccolta tra i 18-30enni, probabilmente perché meno informati: tra i più giovani il consenso medio nazionale è del 68,9% mentre i contrari sono il 31,1%. In questa categoria anagrafica la percentuale più alta è quella dei “sì” registrati tra i giovani valdostani (81,7%). Ma è dopo i 70 anni che la percentuale di chi si oppone alla donazione tende a salire esponenzialmente: i “no” sono il 41,5% tra i 71-80enni e ben il 55% tra gli ultraottantenni. Un dato condizionato, probabilmente, dall’errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile. Ad oggi complessivamente il Sistema informativo trapianti ospita poco meno di 19 milioni di dichiarazioni registrate: 13,5 milioni di sì e 5,5 milioni di no.

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