Occupazione in lieve crescita, ma l’Italia in coda all’Ue. Scatta la polemica politica

Intanto è scontro tra Fratelli d’Italia e M5S sui dati e sul reddito di cittadinanza. Per le donne il gap è più che triplo.

Roma – L’Eurostat scatta la fotografia occupazionale del nostro Paese. In Italia nel quarto trimestre il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni cala di 0,1 punti sul terzo trimestre e aumenta di 0,2 punti sullo stesso periodo del 2023 fissandosi al 62,2% ma nonostante la crescita tendenziale aumenta il gap con la media Ue che si attesta a 8,7 punti dagli 8,6 del quarto trimestre 2023. Nel report l’Italia è ultima tra i 27 per tasso di occupazione. Il divario per le donne è ancora più ampio con il tasso di occupazione che in Italia è al 53,1% e nell’Ue a 27 in media al 66,3% con 13,2 punti di distacco, in aumento dai 12,8 punti del quarto trimestre 2023. Intanto, mentre vengono diffusi i dati, scoppia anche la polemica politica.

La senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini, componente della commissione Lavoro in Senato sottolinea che “le politiche attive di sostegno al lavoro danno frutti stabili e proiettati sul futuro, l’esatto contrario delle pratiche assistenziali che hanno puntato sul reddito di cittadinanza con l’illusione di rispondere al problema della mancata occupazione. Purtroppo, come si è visto, si trattava di una soluzione temporanea e marcatamente elettorale e quindi priva di ogni beneficio duraturo, nonostante i miliardi di euro che è costata alla comunità. Con gli interventi mirati del Governo di Giorgia Meloni a favore dei lavoratori e delle imprese che assumono, l’occupazione raggiunge livelli record, la disoccupazione è al minimo storico e si riduce l’area del precariato“.

E aggiunge che nel 2024, inoltre, è “da sottolineare la crescita del lavoro femminile: le donne hanno determinato il 55% del saldo occupazionale dell’anno. Il tasso di crescita delle lavoratrici, pari al +2,3%, è stato infatti ben superiore a quello degli uomini attestato al +1,4%. Non solo, la crescita in termini occupazionali delle donne ha registrato anche un miglioramento della condizione professionale e contrattuale: è aumentato il numero di quadri e dirigenti femminili e delle imprenditrici, a cui si accompagna un balzo delle occupate nelle professioni intellettuali e tecniche. I numeri ci confermano che oggi ci stiamo avviando verso una soluzione concreta ai problemi trascurati per decenni, ridando così vera dignità ai lavoratori. Abbandonata definitivamente ogni deviazione assistenzialistica, abbiamo finalmente imboccato la strada giusta per colmare il divario con la media europea in termini di occupazione e affermare veramente la centralità del lavoro, come scritto nella nostra Costituzione”.

Elena Leonardi, segretario della commissione Lavoro di Palazzo Madama, fa notare che la scelta presa dal governo Meloni di abolire il reddito di cittadinanza “si è rivelata vincente: oltre un milione di persone sono tornate al lavoro, checché ne dicano Conte e il Movimento 5 Stelle. Abbiamo eliminato quello scempio assistenzialista, inutile e costoso, e riportato gli italiani a cercare lavoro alzandosi dal divano. Conte ha davvero la faccia tosta a rivendicare questi dati, lui e il M5S avevano creato un sistema ‘oppiaceo’ che incentivava i nostri cittadini a restare immobili, anche chi, giovane, era pienamente in grado di lavorare. Grazie alle ricette di Fratelli d’Italia e del nostro esecutivo l’Italia torna grande”.

ilgiornalepopolare lavoro

“Leggo comiche dichiarazioni di alcuni deputati di Fratelli d’Italia. Prima di dar fiato alla bocca e dire stupidaggini bisognerebbe almeno conoscere ciò di cui si sta parlando“, replica il deputato del M5S Riccardo Tucci. Il fatto che grazie al “programma GOL 1 milione di persone siano rientrate nel mercato del lavoro non c’entra nulla con l’abolizione del Reddito di cittadinanza né, tantomeno, è merito del Governo Meloni, che senza le risorse del Pnrr portate dal presidente Conte sarebbe stato spacciato e avrebbe portato il Paese ancor più in basso di oggi. GOL è stato inserito nel Piano di ripresa e resilienza nel 2020, fu il M5S a battersi per far sì che fosse finanziato con 5,4 miliardi. Questa è la storia. È FdI, casomai, a doversi scusare per aver stabilito il record di poveri assoluti cancellando una misura con cui abbiamo salvaguardato milioni di persone durante la pandemia. Già che ci sono, aggiungano un enorme grazie per i 209 miliardi che hanno ereditato e che non sono nemmeno in grado di spendere. Incompetenti e ridicoli”.

Tornando ai dati Eurostat, per gli uomini in età da lavoro la distanza nel tasso di occupazione con l’Europa si è invece ridotta a 4,1 punti dai 4,3 del quarto trimestre 2023. Nel quarto trimestre 2024 infatti lavorava in Italia il 71,3% degli uomini tra i 15 e i 64 anni a fronte del 75,4% nell’Ue a 27. Per le donne il tasso è di quasi 20 punti inferiore a quello degli uomini nel nostro Paese nella stessa fascia di età (84,4%) mentre era di 19,1 punti un anno fa. Se si guarda al tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni quello totale è al 62,2% ma è il risultato del 71,3% tra gli uomini e il 53,1% tra le donne con un divario di 18,2 punti dai 17,7 dell’ultimo trimestre 2023. E le donne nel nostro Paese sono penalizzate soprattutto nella fascia centrale, quella nella quale devono conciliare famiglia e lavoro, spesso in assenza di adeguate strutture come i nidi o la scuola a tempo pieno.

Se la distanza con la media europea per tasso di occupazione nella fascia 55-64 anni per le donne è di 10,6 punti (49,2% in Italia, 59,8 medio in Ue) il divario è invece di 13,2 punti tra i 25 e i 54 anni (64,6% in Italia, 77,8% in Ue). Il divario per le donne sale a 18 punti tra i 15 e i 24 anni (32,5% medio in Ue, 14,5% in Italia).

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