Dieci agenti feriti, sei intossicati dalle esalazioni. Circa cinquanta reclusi costretti a trascorrere la notte fuori dalle celle.
Bologna – Una violenta sommossa ha sconvolto l’istituto penitenziario bolognese, lasciando dietro di sé una scia di feriti tra il personale di custodia e decine di detenuti impossibilitati a rientrare nei propri alloggi.
L’esplosione di violenza è scattata quando numerosi reclusi, concentrati soprattutto in due sezioni del reparto giudiziario, hanno opposto resistenza al rientro serale e hanno appiccato il fuoco ai giacigli. La miccia della protesta sarebbe stata il diniego del sanitario di turno a disporre il ricovero ospedaliero di un detenuto che sosteneva di aver ingoiato un oggetto appuntito.
Le lingue di fuoco e le dense nubi tossiche hanno richiesto l’immediato arrivo dei pompieri e dei mezzi di soccorso sanitario. Per sedare i disordini si è reso necessario il rientro in servizio di agenti liberi dal turno, oltre all’ausilio di pattuglie delle forze dell’ordine e della Digos.
Una quarantina di reclusi, in prevalenza cittadini stranieri, hanno rifiutato di tornare nelle celle e sono rimasti tutta la notte negli spazi comuni. Gli ambienti risultavano inabitabili a causa dei roghi e dei fumi. Il loro ricollocamento in altre aree della struttura procederà gradualmente, mentre appare impossibile lo spostamento verso altri penitenziari regionali per saturazione dei posti disponibili.
Sei membri del corpo di polizia penitenziaria hanno dovuto ricorrere a controlli medici dopo aver respirato i fumi tossici, con prognosi di tre giorni. Complessivamente una decina di agenti ha riportato lesioni.
Il detenuto all’origine della protesta è stato successivamente trasferito al pronto soccorso in tarda serata e gli accertamenti hanno escluso l’ingestione di corpi estranei. Al termine delle visite è stato trasferito presso un altro istituto.
Le organizzazioni sindacali e il garante regionale per i diritti dei detenuti hanno lanciato un grido d’allarme, sottolineando come episodi simili stiano diventando sempre più frequenti. Vengono invocati provvedimenti straordinari come amnistia e indulto per alleggerire la pressione all’interno delle strutture carcerarie, mentre emerge con forza il tema del sovraffollamento e della carenza di personale.