Il Guardasigilli rivendica il provvedimento in Aula mercoledì quando verrà approvato il disegno di legge che abolisce il reato.
Roma – I sindaci e gli amministratori pubblici dovranno essere pronti ad un brindisi nelle prossime ore. Per il ministro della giustizia Carlo Nordio il giorno da cerchiare in rosso è mercoledì 10 luglio quando verrà
approvato il disegno di legge che contiene l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. “Penso che la grandissima parte degli amministratori, che magari hanno votato contro l’abolizione in ossequio a un ordine di scuderia, – taglia corto il Guardasigilli nel corso della cena privata dal ‘Forum masseria’ di Vespa – siano contenti e magari quando sarà approvata questa riforma, apriranno una bottiglia di spumante”.
Il capo del dicastero di via Arenula torna a rivendicare la paternità del provvedimento che porterà alla cancellazione di quanto previsto all’articolo 323 del codice penale. Se i tempi saranno rispettati, il disegno di legge sarà approvato dalla Camera in via definitiva nel pomeriggio del 10 luglio. L’esame riprenderà domani. “I dati in nostro possesso ci dicono che, su circa 5000 procedimenti pendenti – spiega – in un anno le
condanne si contano sulle dita di una mano, peraltro condanne collegate con reati connessi”. Dunque siamo in presenza di un “reato evanescente che serve soltanto a intimidire i pubblici amministratori”.
Che come conseguenza vedono la loro “carriera politica e la vita stessa travolte, con danni irreparabili alla
reputazione”. Un fatto che deriva dall’invio dell’informazione di garanzia, che “diventa uno strumento politico di neutralizzazione dell’avversario che non riesce a eliminare attraverso l’ordinaria competizione elettorale”. Nell’intervento fatto sabato sera alla cena privata off limits per la stampa e diffuso domenica, Nordio non ha risparmiato un attacco alle opposizioni che, a suo dire, “hanno tentato di boicottare questa riforma”. “All’inizio si è detto che saremmo stati soggetti a una procedura d’infrazione ma non è così”, ha aggiunto parlando del reato di peculato per distrazione.
“Sono stato a Strasburgo e a Lussemburgo 20 giorni fa e ho convenuto con l’Europa che la direttiva europea, e lo dico in inglese ‘The States may’, implica una facoltà per gli Stati di introdurre questo reato”. Una nuova fattispecie – nella tesi del governo – introdotta per colmare un vuoto normativo proprio dopo lo stop all’abuso d’ufficio. Ma, dice Nordio, ci sono differenze sostanziali tra i due reati. “Per il peculato è necessario che ci sia un profitto personale” cioè “se un amministratore decide di fare una palestra piuttosto che un asilo, e non distrae fondi a vantaggio proprio o altrui, il reato non c’è”, ha concluso.