Neonato morto nella culla a Bari, la perizia: “Dal climatizzatore usciva aria fredda”

Continuano le indagini sul piccolo trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista: i sensori del tappetino non avrebbero funzionato e il climatizzatore non sarebbe stato ricaricato.

Bari – Potrebbe esserci un guasto della culla termica, acuito dalla mancanza di manutenzione, dietro la morte del neonato trovato senza vita il 2 gennaio nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari.

Durante una consulenza tecnica disposta dalla Procura, è emerso infatti un possibile malfunzionamento del materassino della culla, definito “tappetino”, e dei suoi sensori. Questi ultimi non avrebbero rilevato la presenza del neonato, impedendo l’attivazione dell’allarme. Test effettuati hanno confermato che il tappetino non funzionava correttamente, mentre l’alimentatore della culla e il sistema di allarme, stimolati in altri modi, risultano operativi.

Un altro elemento cruciale è il climatizzatore della stanza, che dovrebbe regolare automaticamente la temperatura in base alle condizioni esterne. La mattina del 2 gennaio, tuttavia, il dispositivo avrebbe emesso aria fredda, probabilmente a causa di una mancata ricarica del sistema, contribuendo al decesso del piccolo per ipotermia, come rilevato dall’autopsia.

La Procura di Bari ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico del parroco don Antonio Ruccia, responsabile della gestione della culla, e del tecnico Vincenzo Nanocchio, che aveva effettuato interventi di manutenzione a dicembre 2023. Inoltre, si indaga anche per abbandono di minori contro ignoti.

Il tappetino della culla è stato sequestrato per ulteriori verifiche tecniche, che si estenderanno anche ad altre componenti del sistema di accoglienza neonatale. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, proseguono per chiarire le circostanze del tragico evento e attribuire eventuali responsabilità.

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