Chiara Petrolini

Neonati uccisi a Traversetolo, Chiara Petrolini resta ai domiciliari (ma col braccialetto elettronico)

Il Tribunale del Riesame di Bologna impone una misura più restrittiva: per la 21enne accusata di duplice infanticidio resta escluso, per ora, il carcere. Processo al via il 30 giugno.

Parma – Resterà agli arresti domiciliari, ma con l’obbligo di braccialetto elettronico, Chiara Petrolini, la 21enne accusata del duplice omicidio premeditato dei suoi due neonati, partoriti tra maggio 2023 e agosto 2024 e successivamente sepolti nel giardino della villetta di famiglia a Traversetolo.

Il Riesame respinge il carcere, ma irrigidisce le condizioni

Il Tribunale della Libertà di Bologna ha modificato parzialmente l’ordinanza originaria del GIP di Parma, accogliendo solo in parte l’appello della Procura, che chiedeva per l’indagata la custodia cautelare in carcere. I giudici hanno preferito un inasprimento soft, con l’introduzione del dispositivo di sorveglianza elettronica.

La modifica, però, non è ancora esecutiva: l’avvocato Nicola Tria, difensore della giovane, potrebbe ricorrere in Cassazione, sospendendo nel frattempo gli effetti della nuova misura.

Gli orrori emersi nel settembre scorso

Chiara Petrolini è stata arrestata il 20 settembre scorso, dopo che i carabinieri del comando provinciale di Parma hanno rinvenuto nel giardino della villetta le ossa di un neonato. Le indagini successive hanno ricostruito una duplice gravidanza nascosta, entrambe terminate con la soppressione dei neonati, secondo l’accusa in modo premeditato.

Dal giorno dell’arresto la ragazza è rimasta agli arresti domiciliari nella casa di famiglia, da dove – secondo quanto emerso – avrebbe nascosto le gravidanze a familiari e conoscenti.

Chiara Petrolini processo per omicidio premeditato e soppressione di cadavere

L’imputazione è pesantissima: duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere. La prima udienza del processo è stata fissata per il 30 giugno alle ore 9.30 davanti alla Corte d’Assise di Parma. Sarà in quella sede che la difesa potrà tentare di smontare il pesante impianto accusatorio costruito dalla Procura.

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