La 21enne ai magistrati: “Li ho sepolti perché è la prima cosa che mi è venuta in mente”. Poi le ricerche su internet sulla decomposizione dei cadaveri.
Parma – Ha “un’astuzia e un’abilità manipolatrice fuori dal comune”, secondo la pm Francesca Arienti. Eppure dai verbali degli interrogatori di Chiara Petrolini, che ha confessato di aver sepolto due neonati nel giardino della villa di famiglia in via Baietta a Vignale di Traversetolo in provincia di Parma, si percepisce una grande confusione.
Nell’ordinanza del gip Luca Agostini la 21enne studentessa di scienze della formazione sostiene di averlo fatto “perché è la prima cosa che mi è venuta in mente”. Per poi aggiungere: “Li volevo, volevo dirlo ai miei genitori ma non ce l’ho fatta”. Dice di essere andata a ballare dopo il secondo parto “perché stavo bene fisicamente e facevo finta di niente”. E aggiunge di essere stata in silenzio con la famiglia “perché non sapevo come dirvelo, avevo paura”.
L’ordinanza di cui parla oggi Repubblica cita un dialogo che risale al 19 agosto, quando la famiglia è appena tornata da New York e i genitori sanno che è suo il neonato ritrovato il 9 agosto in giardino. “Qua andiamo in prigione tutti”, le dice la mamma. “No, io ci vado. Voi no. Ho fatto tutto da sola”, risponde lei. “Sono cose da criminali, dovevi dirlo a noi. Ti avremmo aiutata”, risponde la madre. Che poi tenta di farle comprendere la gravità della situazione: “Chiara si parla di omicidio, stiamo scherzando?”. E lei: “Non l’ho ucciso”. Poi l’ammissione: “Sono rimasta incinta”. Ma con un’altra bugia: “Ma è successo anche quell’altra volta, quando hai avuto l’emorragia?”, le chiede ancora la madre. “No”, risponde lei. Mentendo. La confessione completa arriverà quasi un mese dopo. Insieme alle indagini sulle ricerche su internet per la gravidanza.
“Gravidanza dopo un anno” e “rottura acque alla 37esima settimana” sono due delle interrogazioni a Google. Ma anche “quando inizia il travaglio”. E ancora come “partorire senza dolori”. Ai carabinieri durante la confessione la 21enne dice che lei non ha ucciso il bambino: “Aveva gli occhi aperti ma non emetteva suoni, poi sono svenuta”. Di più: “Ho tenuto nascosta questa cosa perché ho sempre avuto paura del giudizio dei miei genitori, soprattutto, e poi del paese e di quello che potesse pensare il mio fidanzato”. Le indagini accertano che ha tagliato il cordone senza chiuderlo. Provocando così la morte del figlio per dissanguamento. “Perché non l’ho chiuso? Non lo sapevo”, sostiene lei. Che ai genitori ha spiegato le macchie di sangue in bagno con “un ciclo abbondante”.
Tra le ricerche ci sono anche “dolori post parto” e “dopo quanto tempo puzza un cadavere”. “Non ho mai partorito un altro bambino”, ha detto però ai carabinieri, ai genitori, alla pm. “Speravo che la pancia crescesse così qualcuno se ne sarebbe accorto”, sostiene. Ma poi cercava di nasconderla: “Andavo vestita come sempre. Facevo quelle ricerche per paura. Se mi fossi fatta aiutare non sarebbe finita così”. La procura non le crede: “Ripensi al video che ha cercato sulla decomposizione di un cadavere”. Alle pagine 6, 7 e 8 dell’ordinanza ci sono le foto del suo bambino. Ha i piedi incrociati, la testa tonda nascosta tra le braccia, tanti capelli. E un’espressione serena.