Neonata sbalzata dall’auto, rintracciato il conducente del furgone

La polizia stradale lo ha scovato grazie a telecamere e testimonianze: si sarebbe fermato dopo l’urto ma poi è fuggito senza prestare soccorso.

Torino – Le indagini sulla morte della neonata di appena due mesi deceduta il 6 dicembre scorso sull’autostrada A5 Torino-Aosta all’altezza di Volpiano, hanno portato all’identificazione del presunto responsabile del tamponamento iniziale. Gli agenti della polizia stradale sono riusciti a risalire al conducente del furgone che avrebbe causato l’incidente mortale attraverso un meticoloso lavoro investigativo basato sulle dichiarazioni degli automobilisti presenti e sulle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza lungo il tracciato autostradale.

Il veicolo e il suo guidatore, dipendente di un’azienda con sede a Torino, sono stati individuati dopo giorni di analisi e verifiche incrociate. L’uomo è ora al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Ivrea per far luce sulla dinamica esatta dell’incidente che è costato la vita alla bambina.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il furgone avrebbe colpito con violenza la vettura su cui viaggiava la madre della neonata mentre entrambi i mezzi procedevano in direzione Aosta. L’impatto avrebbe fatto perdere il controllo dell’automobile, che è finita contro le protezioni laterali della carreggiata. La forza dell’urto sarebbe stata tale da sbalzare l’ovetto con la piccola Lucia fuori dall’abitacolo, facendolo finire sulla strada.

Il comportamento successivo del conducente del furgone costituisce uno degli elementi più gravi della vicenda. Dalle indagini emerge che l’uomo si sarebbe momentaneamente accostato sulla corsia di emergenza dopo lo scontro, ma invece di fermarsi per verificare le condizioni degli occupanti dell’altra vettura e allertare i soccorsi, avrebbe ripreso la marcia abbandonando il luogo dell’incidente. Una scelta che ha privato la madre e la figlia di un aiuto immediato nei momenti cruciali successivi alla collisione.

La tragedia si è aggravata quando un’altra automobile in transito ha investito l’ovetto con la neonata che giaceva sull’asfalto. Anche questo secondo veicolo non si è fermato, proseguendo la propria corsa. Gli investigatori ipotizzano che il conducente potrebbe non essersi reso conto di quanto accaduto, ma le ricerche per identificare anche questa persona sono attualmente in corso.

Il presunto responsabile del tamponamento iniziale è stato convocato dalle autorità per essere ascoltato. Secondo quanto riferisce La Stampa, durante l’interrogatorio l’uomo avrebbe respinto ogni accusa, contestando la ricostruzione degli eventi formulata dagli inquirenti sulla base degli elementi raccolti. Al momento nei suoi confronti viene ipotizzato il reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga dal luogo dell’incidente, in attesa che ulteriori accertamenti possano confermare o modificare il quadro accusatorio.

Parallelamente proseguono le verifiche tecniche affidate ai periti incaricati dalla Procura. Gli esperti stanno esaminando sia l’ovetto in cui era assicurata la bambina sia l’automobile della madre per comprendere se il seggiolino fosse stato installato secondo le norme di sicurezza e per quale motivo si sia distaccato con una violenza tale da essere proiettato fuori dall’abitacolo. Questi accertamenti risultano fondamentali per ricostruire l’intera sequenza degli eventi e stabilire eventuali responsabilità collaterali.