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Lo straniero senzatetto che perseguita la negoziante torna in città: “Chiudo per paura”

La vicenda surreale a Vicenza, vittima Margherita Parolin, titolare della Maison Marguerite. Lo straniero era stato espulso ma non è stato rimpatriato per “questioni di salute”.

Vicenza – Dopo aver saputo che lo sbandato che la perseguitava era stato trasferito in un Centro di permanenza per i rimpatri, Margherita Parolin, titolare della boutique Maison Marguerite in corso Fogazzaro, aveva tirato un sospiro di sollievo. Ma la sua tranquillità è durata poco: sabato mattina l’uomo è ricomparso in città, e per paura, la commerciante ha deciso di chiudere l’attività a tempo indeterminato. La surreale vicenda è stata raccontata dalla stampa locale, in particolare dal Giornale di Vicenza, che ha raccolto lo sfogo della donna che da giorni ormai vive nel terrore.

Le aggressioni e il provvedimento di espulsione

L’incubo della negoziante, si legge sul quotidiano online, era iniziato a fine maggio, quando l’extracomunitario, senza fissa dimora, aveva tentato di aggredirla due volte. A seguito delle denunce, il questore di Vicenza, Francesco Zerilli, aveva emesso un Daspo Willy e un provvedimento di espulsione con accompagnamento in un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri).

La situazione sembrava risolta, ma lo straniero non è mai stato rimpatriato. Parolin ha scoperto il suo ritorno grazie a una chat tra commercianti su WhatsApp. Alla richiesta di spiegazioni, le forze dell’ordine hanno riferito che il rimpatrio non è stato possibile per motivi sanitari: l’uomo sarebbe “troppo pericoloso per essere caricato su un aereo”.

“Meglio il negozio chiuso che una coltellata”

Sconvolta, la titolare ha deciso di abbassare le serrande per protesta e per sicurezza personale: “Preferisco la porta chiusa del negozio e la mia vita al sicuro, che la porta aperta e una coltellata nel fianco. Questa persona è stata dichiarata pericolosa e ce l’ha con me”, dice Margherita al Giornale di Vicenza.

La donna ha ringraziato pubblicamente il questore e le forze dell’ordine per l’aiuto ricevuto, ma ribadisce: “Finché non mi diranno che è salito su un aereo e tornato nel suo Paese, io non riapro”.

L’uomo, a cui non sono state rese note le generalità per motivi legati alla privacy sanitaria, è attualmente destinatario di un ordine di allontanamento dal territorio nazionale, con obbligo di lasciare l’Italia entro sette giorni. Solo dopo tale scadenza, se sarà ancora presente, l’iter di espulsione potrà essere riavviato.

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