‘Ndrangheta nel business del petrolio: sequestrati 10 milioni a tre imprenditori

Il provvedimento giunge a chiusura di un’inchiesta di Dda e Gdf su un articolato sistema di frode fiscale per evadere Iva e accise.

Reggio Calabria – Coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i finanzieri hanno dato esecuzione in Piemonte, Lazio, Calabria e a Monaco di Baviera (Germania) ad un provvedimento di sequestro di beni – per un valore di 10 milioni di euro – ai danni di tre imprenditori reggini attivi nel settore del commercio dei prodotti petroliferi la cui figura criminale era emersa nell’ambito dell’operazione “Andrea Doria” a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale.

L’inchiesta accertò un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità. 

L’associazione criminale gestiva l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero, dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburantedepositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle citate dichiarazioni di intento.

Le società “cartiere” sostenevano fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’I.V.A. Il carburante, a seguito di meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, veniva poi ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, in danno, peraltro, degli onesti imprenditori del settore. Da ultimo, il sistema di ripulitura degli incassi avveniva per il tramite di famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.

Sulla base delle risultanze dell’inchiesta, la Direzione Distrettuale Antimafia ha delegato il G.I.C.O. del Nucleo Polizia Economica Finanziaria di Reggio Calabria a svolgere indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dei tre imprenditori, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.

I successivi riscontri dei finanzieri hanno rilevato la sproporzione tra il patrimonio degli indagati all’evidente capacità di produrre reddito degli stessi. Di conseguenza, nel mese di marzo 2023, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di tutto il patrimonio riconducibile ai citati imprenditori, costituito, nello specifico, dall’intero compendio aziendale di 20 imprese – 3 delle quali con sede in Germania – comprensivi, di 50 terreni10 fabbricati e 86 tra automezzi ed autoveicoli anche di lusso – oltre 1 milione di euro in denaro contante, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 80 milioni di euro.

Quindi, con il provvedimento eseguito in data odierna, grazie agli ulteriori e mirati approfondimenti investigativi posti in essere, è scattato un nuovo sequestro di ulteriori beni riconducibili ai richiamati imprenditori ed in particolare: l’intero patrimonio di una società operante nel commercio di prodotti petroliferi7 fabbricati ubicati tra le province di Frosinone, Roma e Novara, adibiti a deposito commerciale di carburanticapannoni industriali e uffici, nonché posizioni finanziarie accese in Germania – per un valore complessivamente stimato in circa 10 milioni di euro.

I beni sottoposti a sequestro in data odierna, pertanto, si aggiungono al patrimonio sottoposto a vincolo nel precedente mese di maggio 2023, per un valore totale di circa 90 milioni di euro.

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