Ncc, da Antitrust nuova bocciatura ai decreti Salvini. Appello per riforma

Romano, presidente di MuoverSì chiede una revisione organica della disciplina sulla fornitura dei servizi adeguata a evoluzione del settore.

Roma – “Dall’Antitrust arriva una bocciatura netta dei decreti Salvini e un nuovo appello per una riforma
complessiva del trasporto pubblico non di linea”. Lo dichiara Andrea Romano, presidente di MuoverSì ncc, la federazione che riunisce le principali associazioni del noleggio con conducente. ”Parole chiare e nette che il Governo e il Parlamento dovrebbero finalmente ascoltare, capovolgendo la logica dei decreti Salvini e aprendosi a quella che l’Antitrust auspica come ‘revisione organica della disciplina sulla fornitura dei servizi taxi e ncc’ che tenga conto dell’evoluzione del settore, dell’evoluzione tecnologica, delle caratteristiche della domanda, della necessità di rimuovere le barriere all’entrata e all’operatività dei vari player del mercato”.

”L’intervento dell’Autorità Antitrust è solo l’ultimo di una serie di prese di posizione di analogo tenore che sono venute dalla Corte Costituzionale, da vari tribunali amministrativi, dall’Autorità di regolazione dei trasporti”, sottolinea Romano. ”A conferma che l’esigenza di una riforma del trasporto pubblico non di linea che vada incontro alle esigenze degli utenti e delle imprese è ampiamente condivisa dalle autorità indipendenti e di controllo”. Il settore ncc, assicura il presidente, ”continuerà a mobilitarsi in questa stessa direzione, per fermare gli effetti gravemente controproducenti dei Decreti Salvini e per spingere la politica ad avviare finalmente un cantiere legislativo che dia anche all’Italia una legge adeguata agli interessi del paese”.

Il 12 dicembre scorso, gli autisti delle auto nere di tutta Italia erano scesi in piazza in tutte le principali città per manifestare contro i decreti attuativi della riforma: nel mirino, in particolare, il Dm 226/2004, dell’ottobre scorso, che ha introdotto il Foglio di servizio elettronico. In occasione della manifestazione Uber aveva dato il proprio supporto alla categoria. In concomitanza delle manifestazioni, a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo, i servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green erano stati temporaneamente sospesi. La protesta voleva portare l’attenzione su un tema cruciale per il turismo, in vista del Giubileo 2025. 

Secondo un recente sondaggio di Swg, il 64% degli italiani ritiene infatti che l’attuale disponibilità di taxi e Ncc sia insufficiente per gestire i flussi turistici previsti, con possibili impatti negativi sull’immagine del Paese. Inoltre la stessa ricerca indica che quasi il 60% degli italiani chiede una maggiore diffusione degli Ncc per migliorare gli spostamenti nelle città. “È con vivo rammarico che apprendiamo della scelta della multinazionale Uber che ha annunciato l’adesione allo sciopero dopo l’adozione di decreti attesi da sei anni. A rendere ancora più spiacevole la scelta della multinazionale, – aveva detto il Mit – il contesto generale a ridosso delle festività natalizie, in un periodo in cui c’è stato l’impegno del ministro Matteo Salvini a ridurre i disagi.

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