Il riciclo dei doni non graditi è sempre più diffuso: ormai lo fanno in 28 milioni. In cima alla classifica ceneri alimentari, accessori e libri.
Il riciclo dei regali è ormai una realtà consolidata in Italia, con circa 28 milioni di persone che scelgono di riutilizzare i doni ricevuti, generando un risparmio collettivo stimato in 3,5 miliardi di euro. Si tratta di 100 milioni di euro in più rispetto al 2023 e 200 milioni rispetto al periodo pre-pandemia. Lo evidenzia una ricerca del Centro Studi di Confcooperative, che analizza questa pratica in continua espansione.
Tra i regali riciclati troviamo in pole position i generi alimentari per il 45% (vini, spumanti, salumi, formaggi, prosecchi, grappe, amari, panettoni, pandori, cioccolato, torroni, miele, e confetture); seguono al 26% sciarpe, guanti, cappelli, calzini, pelletteria, cosmetici e creme; per il 20% libri e agende, 9% giocattoli.
Nonostante l’aumento delle tredicesime, che nel 2024 ammontano a 51,3 miliardi di euro, molti italiani scelgono il riciclo per contrastare il caro vita e l’erosione del potere d’acquisto. In un contesto economico caratterizzato da incertezze, questa scelta riflette la necessità di ottimizzare le risorse: 6 italiani su 10 riciclano i regali per occasioni future, mentre 2 su 10 li vendono online per monetizzare. Altri preferiscono scambiarli nei negozi, trasformandoli in buoni o altri oggetti utili.
Ma cosa si ricicla di più? La ricerca di Confcooperative evidenzia che i regali più riciclati includono:
- Generi alimentari (45%): vini, spumanti, salumi, formaggi, dolci natalizi e conserve.
- Accessori e cosmetici (26%): sciarpe, guanti, cappelli, calzini, creme e pelletteria.
- Libri e agende (20%): pratici e sempre apprezzati.
- Giocattoli (9%): ideali per altre occasioni o per beneficenza.
Il fenomeno riflette una realtà complessa: da una parte, la necessità di risparmiare, dall’altra una crescente attenzione alla spesa personale. Questo equilibrio fragile è sintomo di un Paese in cui il ceto medio si indebolisce e circa 10 milioni di italiani vivono in condizioni di povertà.