La vasta operazione di controllo ha coinvolto oltre 1200 esercizi in tutto il Paese: cinque le persone denunciate per violazioni delle normative.
Roma – Focus dei NAS e dell’Agenzia delle Dogane sui “Shisha Bar”, locali dove si vendono e si consumano melassa per narghilè e tabacco per pipa ad acqua. Durante le ispezioni, che hanno interessato oltre 100 esercizi pubblici in tutta Italia, sono state riscontrate diverse violazioni della normativa vigente. In particolare, alcuni titolari non possedevano il “patentino speciale”, necessario per la vendita e il consumo sul posto di tali prodotti.
L’operazione ha portato alla denuncia di cinque persone e al sequestro di oltre 68 chili di melassa per narghilè, priva del contrassegno richiesto dall’autorità italiana. Secondo la normativa, le melasse e i tabacchi devono essere dotati di contrassegno di legittimazione e regolarmente iscritti nella tabella di commercializzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
La mancanza del patentino e del contrassegno comporta gravi conseguenze legali: per quantitativi superiori a 5 chili si può incorrere in una sanzione penale, mentre per quantitativi inferiori è prevista una sanzione amministrativa da 5mila a 10mila euro. In caso di somministrazione di prodotti privi di contrassegno, viene applicata una sanzione proporzionale di 5 euro al grammo, con un minimo di 5mila euro e un massimo di 75mila euro per quantità pari a 15 chili. Quantitativi superiori o situazioni aggravanti comportano sanzioni penali.
Secondo una nota informativa del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, realizzata in collaborazione con il Ministero della Salute, il narghilè o pipa ad acqua, pur essendo spesso sottovalutato, rappresenta un rischio significativo. Come sigarette, sigari, pipe e dispositivi elettronici, anche il narghilè contiene sostanze nocive come nicotina, catrame e monossido di carbonio, oltre a metalli pesanti.
La durata di una sessione di narghilè, che può variare dai 20 agli 80 minuti, comporta l’inalazione di un volume di fumo paragonabile a quello di circa 100 sigarette. Inoltre, l’uso condiviso del bocchino aumenta il rischio di trasmissione di malattie infettive attraverso la saliva.