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Napoli, sette indagati per affitti non riscossi: danno da 92 mila euro

Dal 1988 l’alloggio del custode (deceduto) di una scuola del Vomero è occupato abusivamente dai familiari che non pagano né il canone né l’acqua.

Napoli – Somma ad un totale di 133 milioni di euro l’ammanco nella casse del Comune di Napoli per mancata riscossione dei canoni di affitto. L’episodio che ha condotto oggi ai provvedimenti della magistratura è soltanto uno dei tanti casi di quella che la Corte dei Conti stigmatizza come una “grave negligenza nella gestione proprio del patrimonio immobiliare e nella riscossione dei canoni e/o delle indennità di occupazioni”.

Dal settembre del 1988 l’alloggio del custode defunto della scuola era occupato abusivamente dai suoi eredi che non pagavano l’affitto e neppure i consumi idrici al Comune di Napoli. Da qui sono arrivati sette inviti a dedurre (l’avviso di garanzia della magistratura contabile) da parte della Procura presso la Corte dei Conti della Campania notificati dai carabinieri del Vomero a funzionari comunali, a dirigenti della Napoli Servizi (società in-house del Comune di Napoli) e alla preside della scuola dell’infanzia e primaria “L. Vanvitelli – plesso Caccavello” che si trova nel quartiere Vomero. Per gli inquirenti i funzionari comunali sono colpevoli di “non avere mai contestato i ritardi clamorosi della Napoli Servizi in sede di riscossione, consentendo l’accumulo nel tempo di una ingente e stratosferica morosità”.

Secondo quanto emerso dalle indagini anche in altre scuole napoletane è stata riscontrata la stessa occupazione abusiva degli alloggi dei custodi: in uno di questi, è emerso, vive una persona il cui fratello venne arrestato nel 2005 perché sorpreso a coltivare marijuana proprio nel cortile dell’istituto.

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