L’inchiesta ha permesso di scoprire l’esistenza di un’associazione terroristica pronta all’azione attraverso piattaforme social in cui si effettuavano campagne pubblicitarie fasciste, negazioniste e incitazione all’odio raziale ma anche arruolamenti di nuove leve.
Napoli – Nelle provincie di Napoli, Caserta e Avellino un’operazione congiunta tra Digos, Direzione centrale della polizia di prevenzione, e il Servizio polizia postale e comunicazioni ha portato all’arresto di cinque persone appartenenti ad un’associazione terroristica.
L’associazione, di stampo neonazista, negazionista e suprematista, era denominata “Ordine di Hagal” e aveva sede a Marigliano (Napoli). Con numerosi servizi di intercettazione, telefoniche, ambientali, di captazione informatica, nonché servizi di osservazione controllo e pedinamento da parte del personale di Polizia.
Questi servizi hanno dimostrato l’esistenza di una associazione che, attraverso chat e varie piattaforme, in particolare Telegram, sul canale denominato “Protocollo 4”, effettuava campagne di apologia del fascismo, negazionismo della shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo.
Oltre a questo, il gruppo si dedicava ad una costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando, all’estero, corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe.
Alla fine dell’indagine le quattro persone responsabili di aver costituito, organizzato, promosso e finanziato il gruppo sono finite in carcere per il reato di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico. Una quinta persona è stata invece arrestata con l’accusa di propaganda e istigazione per delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Contestualmente sono state eseguite anche 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche, nei confronti di altre persone, nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone. Le perquisizioni di oggi fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio ed ottobre 2021 e hanno consentito la raccolta di materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari.