Mostro di Firenze, la cugina di Stefania Pettini: “Riesumate il suo corpo”

La giovane lottò prima di essere uccisa, sotto le sue unghie potrebbe esserci traccia di quel Dna ignoto, la firma del killer, appena isolato su un proiettile usato per ammazzare.

Firenze – A cinquant’anni dagli otto omicidi di coppiette in cerca d’intimità che insanguinarono le campagne toscane, le indagini sul Mostro di Firenze, tra i più controversi e terribili cold case italiani, potrebbero essere giunti ad un punto di svolta dopo l’identificazione di un Dna sconosciuto su un proiettile usato per uccidere Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot a Scopeti nel 1985. Lo stesso Dna ignoto ricorrerebbe su altri due reperti dei delitti del 1983 e 1984. 

Potrebbe essere la firma del mostro, ma per accertarlo l’ematologo Lorenzo Iovino, autore della scoperta, ritiene necessario allargare il fronte delle ricerche genetiche sulle altre vittime. In particolare potrebbe risultare decisiva la riesumazione del cadavere di Stefania Pettini, vittima nel settembre 1974 dell’assassino seriale mai identificato. Perché la giovane lottò con l’aggressore e sotto le sue unghie potrebbero esserci ancora tracce di quel Dna ignoto. Fu uccisa insieme al fidanzato Pasquale Gentilcore, dopo essere stati sorpresi a bordo di una 127 su una strada sterrata: lui fu finito con 5 colpi di pistola, lei accoltellata dopo una colluttazione nell’abitacolo della vettura, trascinata fuori e trucidata con una raffica di fendenti. Quindi l’ultimo macabro oltraggio: il killer le inserì un tralcio di vite nella vagina.

Se dovessero chiedermi l’autorizzazione per riesumare il corpo di Stefania dicendomi che esiste anche solo una possibilità di scoprire la verità, io gliela darei. Non ci ho dormito la notte prima di rispondere. Sono passati 50 anni, ma io ho sempre detto che non voglio morire senza sapere chi l’ha uccisa e perché lo ha fatto” ha affermato Tiziana Bonini, cugina della vittima, intervistata dal quotidiano la Repubblica.

“Alle indagini è mancato qualcosa – ha spiegato al quotidiano romano la cugina 67enne di Pettini -. La scena del delitto di Stefania non fu recintata, entrarono decine di persone. La sua borsa fu trovata in un fosso ma si seppe solo anni dopo. Leggende, falsità e cattiverie su quanto successo. Se adesso ci fosse la possibilità di trovare l’assassino, io non posso negarla”.

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