Monza – Aspetta la moglie con un bastone. I figli la avvisano in tempo

Un cittadino italiano di 54 anni, monzese, è responsabile di maltrattamenti nei confronti della ex moglie. L’individuo aveva addirittura installato un GPS nella vettura della donna.

Monza – Il Collegio giudicante, ha ritenuto la pericolosità sociale dell’uomo concreta ed attuale e caratterizzata, in particolare nell’ultimo anno, da condotte indicative di una “spirale ossessivo persecutoria” che ha raggiunto la sua massima intensità con l’approssimarsi del divorzio con la moglie, cinquantaquattrenne italiana residente a Monza.

L’uomo, infatti, ha posto in essere in modo continuo e ossessivo insulti, intimidazioni e pedinamenti, costringendo finanche la donna a lasciare l’abitazione, a rinunziare alla propria vita sociale e a nascondersi per un periodo da un’amica. Tra i tanti episodi persecutori e vessatori evidenziati in sede di denuncia, la donna ha raccontato che, come appreso dai figli, l’ex marito aveva acquisito un GPS verosimilmente apposto sulla sua vettura, tanto che era riuscito a rintracciarla presso un locale ove era andata a ballare in compagnia di amiche senza che nessuno gli avesse riferito dove lei si trovasse, presentandosi sul posto, afferrandola violentemente per un braccio e interrompendo la lezione con il maestro di ballo.

L’uomo metteva in atto in modo ossessivo atti intimidatori.

Particolarmente allarmante è risultato poi un episodio in cui i figli hanno avvisato la madre, che era uscita con delle amiche, di non far rientro a casa perché avevano visto il padre attenderla nell’atrio armato di bastone. Le conseguenti indagini della Squadra Mobile della Questura di Monza – corroborate dalle testimonianze raccolte dai figli della coppia e dalle amiche, che hanno confermato le pregresse condotte maltrattanti e, soprattutto, i crescenti tentativi dell’uomo di isolare la moglie, impedendole di avere amici e frequentare altre persone – hanno portato nell’ottobre scorso il Gip del Tribunale di Monza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a disporre la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di dimora in Monza e monitoraggio tramite braccialetto elettronico.

Dopo pochi giorni, però, le Volanti della questura sono state costrette ad intervenire in almeno due diverse occasioni in cui il sistema di monitoraggio dell’uomo l’ha segnalato nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie, con conseguente aggravamento della misura cautelare da parte del GIP di Monza che ne ha disposto l’associazione in carcere, poi nuovamente attenuata in divieto di avvicinamento alla persona offesa.

L’uomo si è avvicinato nonostante avesse il braccialetto elettronico.

Il recente epilogo è quindi quello con cui i Giudici della Prevenzione del Tribunale di Milano, a seguito dell’attività istruttoria proposta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Monza, hanno ritenuto tuttora sussistente un elevato pericolo che l’uomo commetta ulteriori atti minatori o persecutori nei confronti della ex moglie e, al fine di assicurare un costante controllo del soggetto e garantire, attraverso idonee prescrizioni, l’incolumità fisica e psichica della persona offesa, di altri familiari e di terzi eventualmente coinvolti nelle sue dinamiche personali e relazionali, hanno disposto che resti in casa dalle 22 alle 7 e non si avvicini ad una distanza di almeno 200 metri dalla ex moglie, inibendogli altresì di frequentare i luoghi normalmente frequentati dalla stessa.

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