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Molotov contro sede Leonardo di Palermo, indagati 3 indipendentisti di Antudo

Appartenenti al movimento siciliano, uno in carcere mentre per due scatta l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Palermo – La Polizia di Stato ha eseguito 3 misure cautelari, una in carcere e due di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di esponenti del movimento indipendentista Antudo che avrebbero lanciato bottiglie molotov dentro la sede palermitana Leonardo Spa il 26 novembre del 2022 nel corso di una manifestazione. Le indagini sono state condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Palermo e dalla direzione centrale della polizia di prevenzione, coordinate dalla Procura siciliana.

L’arresto è scattato per S.L., 42 anni palermitano e vigile del fuoco, ritenuto esponente di spicco del movimento, accusato di aver “provocato un incendio mediante l’utilizzo, in luogo pubblico, di congegni incendiari, equiparati ad armi da guerra”. I tre sono accusati a vario titolo, del grave attentato incendiario, commesso in data 26 novembre 2022: erano state lanciate alcune bottiglie del tipo “molotov”, all’interno dell’area perimetrale della sede palermitana della Leonardo SPA, gruppo industriale internazionale in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza, con conseguente elevata esposizione a rischio per la sicurezza pubblica.

Più specificatamente, l’incendio, conseguente alla deflagrazione, realizzato da un gruppo di 7 persone, alcune delle quali in corso di identificazione, ha riguardato l’area antistante il sito industriale, lambendo una autovettura della società preposta alla sicurezza della struttura, con l’elevata probabilità di propagarsi ai locali adiacenti e all’attiguo Centro Commerciale “Guadagna”, con possibili conseguenze gravi per l’incolumità della popolazione residente, trattandosi di un contesto urbano ad alta densità abitativa. L’incendio non si è propagato per le avverse condizioni climatiche.

Peraltro, come desunto da fonti aperte, la Leonardo S.p.A. rappresenta un sito altamente sensibile, essendo una azienda che opera in un contesto internazionale che esprime capacità tecnologiche in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza, quale partner di Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese. Nel dettaglio, sono state eseguite: la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di S. L., nato a Palermo classe ’82, esponente di spicco della locale area antagonista e leader del movimento indipendentista regionale “Antudo”, per aver provocato un incendio mediante l’utilizzo, in luogo pubblico, di congegni incendiari, equiparati ad armi da guerra (reato di cui all’art. 423 c.p. e all’art. 4 l. n. 895/1967).

Per due è scattato l’obbligo di presentazione presso i Commissariati di Pubblica Sicurezza competenti con cadenza quotidiana, alle ore 10 e alle 19: destinatari della misura, G.D., nata a Messina – classe ’96 – per il reato di istigazione (art. 414 c.p.) realizzato mediante la diffusione del video di rivendicazione dell’azione delittuosa; e O.M., nato a Palermo nel ’92, per il concorso nel reato di incendio (art. 423 c.p.). I predetti sono anch’essi esponenti della locale area antagonista e del movimento indipendentista. L’attentato incendiario è stato rivendicato, attraverso la pubblicazione del video dell’azione delittuosa sul web, nonché sui canali dei social network riferibili alla piattaforma indipendentista siciliana che si muove per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori.

Il movimento, radicato su scala regionale, raccoglie l’adesione di diversi sodalizi di estrema sinistra dell’isola, nonché di esponenti della locale area antagonista, in passato autori di iniziative di piazza relative alla tematica antimilitarista. Il tenore del messaggio di rivendicazione, dal titolo “Sanzionata la Leonardo S.p.A a Palermo #DefendKurdistan”, evidenzia come il predetto gruppo industriale sia stato individuato quale simbolo da colpire per contestare le scelte in materia di politica estera dello Stato, accusato di essere, dal 2019, il principale fornitore di armamenti alla Turchia e, per questo, ritenuto responsabile dei massacri in Kurdistan.

L’azione criminosa in argomento è stata preparata con cura da parte degli autori, adottando precauzioni, volte ad eludere l’operato degli investigatori, sia nella fase esecutiva, che in quella di veicolazione, tramite il web, del video contenente il messaggio di rivendicazione. Ai fini della individuazione degli autori dell’azione criminosa, sono state condotte indagini tradizionali, utilizzati strumenti informatici e telematici, nonché effettuate analisi comparative dei profili genetici rinvenuti sulla scena del crimine con l’apporto di personale del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Palermo.

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