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Milano: vogliono omaggiare Navalny ma ad attenderli c’è la Digos per identificarli

La denuncia del senatore dem Filippo Sensi: “Interrogazione parlamentare a Piantedosi per chiedergli che Paese siamo”.

Milano – Una dozzina di persone, a Milano, volevano deporre dei fiori alla memoria di Alexei Navalny, ma si sono ritrovati gli agenti della Digos per identificarli. A denunciare l’accaduto, il senatore Pd Filippo
Sensi, che racconta la dinamica dei fatti: “una dozzina di persone voleva onorare con fiori la memoria di Navalny a Milano sotto la targa di Anna Politkovskaya. Si sono trovati lì degli agenti che li hanno identificati”. Sensi annuncia per questo una “interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. A lui chiederemo conto di che Paese siamo” ha aggiunto su X l’esponente dem. 

La condanna per quanto accaduto non si ferma al Pd. “La polizia che ha identificato dei
liberi cittadini riuniti sotto la targa di Anna Politkovskaja per commemorare Alexej Navalny deve aver sicuramente scambiato quell’angolo di Milano per una strada di San Pietroburgo o di Mosca”, tuona Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione, che aggiunge: “Confido che il ministro Piantedosi saprà dare le spiegazioni giuste e, se è il caso, prendere i provvedimenti adeguati”.

Osvaldo Napoli

Tra quelle persone identificate anche Marina Davidova, 41 anni, russa ormai trapiantata a Milano da tanti anni, iscritta all’associazione Annaviva che dal 2008 promuove la libertà di stampa e la tutela dei diritti umani nell’Est Europa. “Dopo l’uccisione di Navalny – ha spiegato – ci siamo mobilitati e siamo andati a mettere dei fiori in corso Como, volevamo avere insomma un momento di raccoglimento, ma eravamo pochi, una dozzina al massimo. Ci siamo trovati sotto la targa per Anna Politkovskaja, grande giornalista russa assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006.

Il “suo omicidio – ha proseguito – non è stato il primo e neanche l’ultimo della lunga lista di crimini commessi contro le decine e decine di giornalisti e oppositori del regime di Putin. Avevamo creato un evento Facebook e a differenza di altre iniziative che abbiamo promosso, in questo caso non abbiamo chiesto l’autorizzazione perché era solo una deposizione di fiori. Eravamo noi dell’associazione e sono venuti anche alcuni cittadini russi, ma appena arrivati sul posto si sono avvicinate tre persone che hanno cominciato a chiedere i documenti ai presenti”.

Anna Politkovskaja

Erano ovviamente gli uomini della Digos: Davidova racconta che questo ha creato grande stupore fra i partecipanti all’iniziativa, che era assolutamente pacifica e con numeri di partecipanti molto limitati. “Erano agenti Digos e noi siamo rimasti molto sorpresi, perché erano in borghese. Abbiamo chiesto spiegazioni e loro a quel punto ci hanno mostrato il tesserino. Quindi siamo stati tutti schedati e abbiamo dovuto lasciare loro anche l’indirizzo di residenza. Incomprensibile, non stavamo facendo nulla di illegale o di vietato, è una delle tante manifestazioni che abbiamo fatto negli anni, in genere anche molto più partecipate”.

Intanto domani ci sarà un altro presidio per Navalny in piazza Scala, indetta dall’ associazione liberale Ponte Atlantico e dalla Comunità dei russi liberi di Milano. Alla manifestazione hanno già aderito Azione, Italia Viva, +Europa e altre forze politiche di ispirazione liberale e radicale.

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