Si sono avvalse della facoltà di non rispondere le due operatrici del carcere San Vittore indagate dalla Procura per falso e favoreggiamento.
Milano – Si sono avvalse della facoltà di non rispondere le altre due psicologhe del carcere San Vittore indagate dalla Procura per falso e favoreggiamento nel filone bis dell’inchiesta su Alessia Pifferi, la madre 38enne che ha abbandonato la figlia in casa a luglio 2022 lasciandola morire di stenti. Fra la mattina e il pomeriggio di giovedì, due colloqui di pochi minuti si sono tenuti al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Milano fra le due professioniste di 44 e 67 anni, assistite dagli avvocati Francesca Beretta e Alessandro Pistochini, e il pubblico ministero Francesco De Tommasi che le accusa.
Le donne hanno preferito non rispondere alle domande. In un caso la 44enne è indagata per aver partecipato alla somministrazione del test di Wais per misurare il quoziente intellettivo di Pifferi “predisponendo i relativi protocolli con i punteggi già inseriti” e realizzando la relazione del 3 maggio 2023 che avrebbe attestato un punteggio di 40, come quello di una bambina che invece è stata ufficialmente firmata da un’altra delle psicologhe del carcere, già indagata e perquisita lo scorso gennaio.
Secondo l’accusa la seconda professionista invece non avrebbe partecipato alla somministrazione del test che sarebbe servito a ottenere “l’agognata perizia psichiatrica” nel processo, ma avrebbe a sua volta scritto la relazione “revisionando la versione originaria” e cambiando “alcuni grafici” sulla base di quanto “riferitole verbalmente” sul contenuto dei “colloqui” clinici avvenuti in cella. Le indagini del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Opera proseguono in attesa del prossimo 12 aprile quando, davanti alla Corte d’assise di Milano, sono attese la requisitoria del pm De Tommasi e le arringhe del difensore di Pifferi, avvocata Alessia Pontenani (anche lei indagata nel fascicolo bis) e della parte civile, madre e sorella della 38enne, rappresentate dall’avvocato Emanuele De Mitri.
Se gli interventi delle parti si concluderanno entro le 14.30 i giudici popolari e il presidente Ilio Mannucci Pacini potrebbero ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza nei confronti della donna, imputata di omicidio volontario pluriaggravato della bambina che all’epoca aveva meno di 18 mesi.