Mestre, ad un anno dalla strage del bus le famiglie delle vittime ancora senza verità

Il 3 ottobre 2023 l’autobus di turisti diretto a Marghera precipitò dal cavalcavia superiore provocando la morte di 22 persone.

Mestre – Ad un anno dalla tragica sera in cui un autobus di turisti diretti ad una camping di Marghera precipitò dal cavalcavia superiore di Mestre causando la morte di 22 persone, le famiglie delle vittime sono ancora in attesa che la giustizia appuri le responsabilità della tragedia.

Al momento l’inchiesta ha partorito una sola verità: l’autista del mezzo, Alberto Rizzotto, l’unico italiano rimasto vittima dell’incidente, non ha avuto un malore e nemmeno si è distratto, non risulta infatti che fosse al telefono nel momento dell’uscita di strada del mezzo, un bus elettrico Yutong di fabbricazione cinese che precipitò per 15 metri e prese fuoco.

Nel faldone dei magistrati ci sono quattro indagati (il titolare della società proprietaria del bus, e tre funzionari del settore mobilità del Comune di Venezia), ma il grosso del lavoro d’inchiesta si è concentrato sulle perizie: sul pullman, sul cavalcavia, sulle barriere ed i materiali, soprattutto sul sistema di guida del mezzo, a cominciare dallo sterzo. Qui sembravano essersi appuntate le attenzioni dei magistrati, che qualche tempo fa avevano annunciato di aver accertato la rottura del perno di un giunto che collega lo sterzo alle ruote. Quindi un incidente meccanico. Poi più nulla. Un silenzio che non sembra lasciar trapelare al momento nessuna verità

Proprio quella che manca ancora alle famiglie delle vittime e alla stessa città di Mestre, rimasta profondamente scossa dalla tragedia. Domani, in occasione del primo anniversario del disastro, la parrocchia del Sacro Cuore – vicina al luogo dell’incidente – ha annunciato un momento di raccoglimento e preghiera che si svolgerà alle ore 17 alla presenza del patriarca Francesco Moraglia.

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