Messina – Rifornivano di cocaina Sicilia e Calabria. I soldi nel panettone

Più di 100 operatori della Polizia di Stato sono impegnati in una vasta azione anticrimine che ha portato all’esecuzione di 15 misure cautelari emesse a carico di altrettante persone, di cui 11 in carcere e 4 agli arresti domiciliari. I tre capi dell’organizzazione sono Giovanni Cacopardo, Paolo e Antonino Settimo.

Messina – L’operazione rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia peloritana e condotte dalla Squadra Mobile e dalla S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina e su una compagine delinquenziale dedita al traffico di sostanze stupefacenti. L’azione investigativa, che ha trovato la sua conclusione nella mattinata odierna, trae genesi dagli approfondimenti svolti sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha riferito in merito a consolidati rapporti per l’acquisto di cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti dalla Calabria – in particolar modo cocaina – da lui intrattenuti con soggetti messinesi. 

Secondo l’ipotesi di accusa, che dovrà trovare conferma nei successivi gradi di giudizio trattandosi ancora di indagini preliminari durante le quali sono stati valutati dal G.I.P i gravi indizi raccolti, 5 delle persone arrestate sono ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, mentre le restanti 11 di plurime condotte di spaccio. Le indagini hanno restituito, in effetti, numerosi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un vasto traffico di stupefacenti gestito dalla consorteria criminale disarticolata con l’operazione odierna, che poteva contare su ben due diversi canali di “rifornimento” dalla Calabria e su un terzo da Catania

Le intercettazioni telefoniche, ambientali, la visione delle immagini delle telecamere di osservazione, i tantissimi servizi dinamici sul territorio ed i numerosi riscontri all’attività di spaccio hanno portato, difatti, alla emersione di un’articolata associazione criminale, operante precipuamente nei rioni messinesi di Santa Lucia sopra Contesse e Camaro, dedita alla gestione di un imponente traffico di droghe di varie tipologie (cocaina, marijuana, skunk) destinate ad essere immesse sul mercato cittadino. Di tale sodalizio, secondo le evidenze investigative, sono capi-promotori tre cittadini messinesi di età compresa tra i 40 ed i 51 anni e ne fanno parte un 42enne messinese (con il ruolo di stabile distributore dello stupefacente sul mercato e di intermediario per gli acquisti effettuati da fornitori catanesi) ed un uomo di 55 anni, sempre abitante in questo Centro, con il ruolo di pusher

Il gruppo criminale aveva enorme disponibilità di denaro.

Secondo le risultanze fin adesso acquisite, il ruolo apicale dei 3 capi dell’associazione è emerso dalla loro partecipazione in prima persona alle principali attività del gruppo, quali l’acquisto di ingenti partite di stupefacente e la successiva distribuzione, il mantenimento dei contatti con i fornitori, la determinazione dei prezzi di vendita, la ricerca di nuovi canali di approvvigionamento e la ripartizione degli utili. Il volume d’affari raggiunto dall’associazione criminale era davvero ragguardevole, basti pensare che in una conversazione ambientale captata dagli investigatori della Polizia di Stato uno degli indagati ha riferito – nel raccogliere gli introiti dell’attività di spaccio – che i proventi erano superiori agli 80.000 euro. E, del resto, che il gruppo criminale potesse contare su una ingente disponibilità di denaro era emerso in occasione dell’arresto in flagranza di reato, poco prima di Natale del 2021, di tre degli odierni indagati. 

In quella occasione, in costanza di indagine, i tre uomini sono stati tratti in arresto dalla Squadra Mobile mentre, all’interno di un parcheggio di un complesso sito nei pressi del ponte di Camaro, stavano effettuando uno “scambio”: uno dei tre è stato trovato in possesso di un zaino con all’interno quattro panetti di cocaina per un peso complessivo di circa 4,5 kg, mentre i due soggetti calabresi, evidentemente i “venditori”, sono stati sorpresi nell’atto di consegnare al “compratore” la somma di 70.000 euro in contanti. 

Nel corso delle successive perquisizioni delle abitazioni di uno degli arrestati, sono state, inoltre, rinvenute ulteriori cospicue somme di denaro, per un totale di oltre 180.000 euro, sottoposte a sequestro. La “linea dei soldi” è stata seguita dai poliziotti anche in occasione delle cessioni di stupefacenti effettuate da un altro degli arrestati, anch’egli calabrese: in una di tale circostanze l’uomo, che ha consegnato a soggetti messinesi – in più “viaggi” – circa 4 kg di cocaina, è stato sottoposto a controllo dopo essere sbarcato a Villa San Giovanni, venendo trovato in possesso di poco meno di 105.000 euro (anch’essi sequestrati), poco prima ritirati dai compratori peloritani. 

Il giro di droga era molto esteso.

Per custodire la droga acquistata, il gruppo si appoggiava ad un insospettabile, un uomo messinese di 42 anni incensurato oggi raggiunto dal provvedimento cautelare degli arresti domiciliari, che conservava la cocaina da immettere sul mercato.  Nonostante l’approvvigionamento di stupefacente fosse effettuato, come detto, principalmente in Calabria ed a Catania, l’associazione criminale – presa dalla stringente necessità di reperire droghe da immettere sul mercato cittadino ed evitare di essere estromessi dalla “concorrenza” – non disdegnava di rivolgersi anche a soggetti messinesi. Una cessione di 1 kg di cocaina, avvenuta poco prima di Natale del 2021, è stata compiutamente ricostruita grazie alle intercettazioni ambientali ed alle telecamere sull’abitazione di uno degli arrestati, e gli indagati, per scongiurare controlli da parte delle Forze dell’Ordine, hanno occultato 37.000 euro all’interno della confezione di un panettone. 

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 11 indagati e quella degli arresti domiciliari per 4 di essi. 

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari, sono state curate dalla Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Messina, con il concorso delle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Catania.

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