L’esplosione era avvenuta il 4 luglio, in una zona isolata del villaggio Santo Bordonaro sottoposta a sequestro. Indaga la Procura.
Messina – La città si prepara all’edizione 2024 della Vara che, come da tradizione, si svolgerà, nel giorno di Ferragosto. Il grande carro votivo dedicato alla Madonna dell’Assunta portato in processione ogni 15 agosto quest’anno è dedicato a Giovanni Arigò, 42 anni, rimasto gravemente ustionato nell’esplosione del 4 luglio della fabbrica di fuochi d’artificio di famiglia nella collina del villaggio Santo. Lui che miscelava e preparava quei fuochi proprio in occasione del grande evento messinese. Per nove giorni ha lottato contro la morte, un’agonia finita il 13 luglio al centro grandi ustionati di Genova dove era arrivato la sera della tragedia.
Trasferito da Messina, con un aereo militare organizzato dalla prefettura per mancanza di posti letto in tutto il centro- meridione, a Genova è andato incontro alla morte. Nel rogo sono rimaste ustionate, ma in maniera meno grave, anche la madre e la sorella che erano state ricoverate al centro grandi ustionati di Palermo e al Policlinico di Messina. Ma Giovanni era in condizioni disperate, aveva ustioni nel 90 per cento del corpo e fratture che avevano ridotto al minimo le speranze. E’ rimasto in coma per quasi dieci giorni, costantemente monitorato dal personale medico. Sull’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio la procura ha aperto un’inchiesta. È stata subito posta sotto sequestro l’area dove si è verificato l’incidente e nel frattempo la Squadra mobile, che ha eseguito gli accertamenti, ha sentito diverse persone per ricostruire quanto accaduto nella “casamatta” della fabbrica di fuochi d’artificio dove Giovanni Arigò stava lavorando quella maledetta mattina.
L’esplosione si è verificata lo scorso 4 luglio intorno alle 12,30 nella “Arigò fireworks”, una storica azienda di fuochi d’artificio. Un boato fortissimo, sentito in gran parte del centro, aveva fin da subito preoccupato i residenti del villaggio Santo Bordonaro dove si erano precipitati i soccorritori. Arigò, come è stato ricostruito, stava lavorando in una delle strutture, in cima alla collina, che compongono la fabbrica che aveva ereditato dal padre. L’azienda di Arigò è infatti un punto di riferimento per i fuochi pirotecnici siciliani e soprattutto messinesi. In particolare, in occasione della processione della Vara, il 15 agosto, molte volte era stato Arigò ad organizzare i fuochi d’artificio che concludono la festa. Ecco il motivo della dedica che la città ha deciso di riservargli, oltre ad aver avviato una raccolta fondi per la famiglia del 42enne.