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Meloni evoca gli anni di piombo, “c’è un clima preoccupante nell’anno del G7”

Il premier ai sindacati di polizia convocati a Chigi dopo scontri di piazza e manganellate. Una situazione che turba non poco il governo.

Roma – “C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa nell’anno del G7: vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”. La premier Giorgia Meloni, parlando ai sindacati di polizia convocati a Palazzo Chigi dopo gli scontri di piazza e le polemiche per le manganellate ai ragazzi, evoca gli anni di piombo e si schiera dalla parte delle forze dell’ordine – “sottoposte ad una ingiusta campagna di denigrazione” – promettendo il rinnovo contrattuale per il comparto e nuove misure a tutela delle divise: si valuta l’applicazione del Daspo per i violenti nelle manifestazioni, l’arresto differito per chi causa lesioni ad un agente, bodycam per chiunque sia impegnato nel servizio di ordine pubblico.

Tutti punti che potrebbero essere inseriti nei disegni di legge del pacchetto sicurezza approvato a novembre e che presto inizieranno l’iter parlamentare. La premier ha assicurato una “moral suasion” per accelerare i lavori. Del brutto clima, Meloni ha detto di sentirsi “responsabile perché parte di questo clima dipende dal fatto che c’è la necessità di attaccare la sottoscritta e questo governo. Mi preoccupa in un anno particolare, abbiamo la presidenza del G7, sarà un anno molto impegnativo, che investe la nostra credibilità sul piano internazionale”. E l’idea che i vertici dei 7 Grandi siano accompagnati da scontri di piazza turba il governo.

A soffiare sul fuoco, secondo la leader di Fdi, ci sono “opinion maker” che offrono “cattivi insegnamenti” ai ragazzi. Bisogna quindi “contrastare una mentalità che vuole instillare nei più giovani che ci sono regole che possono non essere rispettate”. Per questo, ha sottolineato, “noi vogliamo continuare a garantire il diritto a manifestare ma nel rispetto delle regole”. La presidente del Consiglio ha quindi invitato i rappresentanti sindacali a mettere sul tavolo idee per migliorare la gestione dell’ordine pubblico. “Vogliamo raccogliere le proposte di chi è sul campo”, ha detto. E da parte dei segretari delle organizzazioni sono arrivate una serie
di indicazioni, non tutte condivise.

Tra quelle che potrebbero fare strada c’è l’applicazione alle manifestazioni di piazza delle misure adottate contro la violenza degli stadi. In primis il Daspo contro i recidivi alle violenze di piazza. Ma anche l’arresto in differita di chi si macchia di azioni contro gli agenti. E poi le bodycam, che attualmente vengono usate solo dal caposquadra dell’ordine pubblico. “Ma se le usassero tutti quelli che fanno il servizio ci sarebbe un grande effetto di deterrenza sui violenti”, secondo il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia. Felice Romano del Siulp ha invocato “sanzioni economiche consistenti per chi non fornisce il preavviso di una manifestazione e per tutti coloro che vi partecipano travisati con caschi”.

Il ministro Matteo Piantedosi

Domenico Pianese del Coisp ha chiesto “sanzioni amministrative per tutti i partecipanti” alle manifestazioni
violente, “maggiorenni e minorenni, e non solo per i promotori o per chi prende la parola. Non può più passare l’idea che sia possibile aggredire, minacciare e offendere un poliziotto senza che ci siano conseguenze”. Unione degli studenti e Unione degli universitari bocciano il Daspo: “vergognoso”, lo definiscono. Tanta carne al fuoco, dunque, e si vedrà quante delle proposte finiranno come emendamenti ai disegni di legge approvati nel pacchetto sicurezza. Non escluso che si attivi un provvedimento ad hoc. Nessuno spazio invece per i codici identificativi auspicati da esponenti dell’opposizione.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ricordato che i poliziotti intervenuti a Pisa “si sono autoidentificati, come avviene sempre e ciò rende evidente quanto sia sterile la discussione ideologizzata che talvolta ruota attorno a certi istituti, a certe proposte che vengono fatte”. Sull’aspetto economico, Meloni – con lei a Chigi c’erano il sottosegretario Alfredo Mantovano ed i ministri di Esteri, Interno ed Economia, Antonio Tajani, Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti – ha promesso ‘entro qualche settimana” l’attivazione del tavolo per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza, scaduto ormai da quasi tre anni. Ed ha
ricordato che un miliardo e mezzo dei complessivi 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego sono destinati al personale in divisa.

Per aprire formalmente le trattative ci vorrà però qualche settimana per consentire la costituzione delle rappresentanze delle forze armate, dopo la riforma. C’è la volontà politica di fare di più, con la consapevolezza che le risorse stanziate “non sono sufficienti”, ha sottolineato, ma bisogna fare i conti con la
cassa che piange, dopo il “buco da 160 miliardi lasciato dal Superbonus”. 

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