“Stella polare resta il dialogo”, ha detto il vicepremier. “La questione centrale è il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza”.
Roma – Il vicepremier Antonio Tajani, in audizione presso le commissioni riunite Affari esteri di Camera e Senato parla dell’evoluzione, ora per ora, del conflitto in Medioriente. “Il governo italiano, anche a livello di presidenza del G7, si sta impegnando a qualunque livello per scongiurare un’escalation su larga scala. Stella polare restano dialogo e de-escalation”, afferma il ministro degli Esteri ricordando che domenica ha convocato una riunione coi colleghi del G7 sulla situazione in Medio Oriente, organizzata nell’ambito della Presidenza italiana del G7. Tramite una dichiarazione congiunta, fa sapere, “abbiamo lanciato un forte appello alle parti per interrompere il ciclo distruttivo di attacchi e rappresaglie”.
In primo piano, ha rimarcato, c’è la “questione centrale del raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza. Sono fermamente convinto che se non si raggiunge quell’obiettivo, sarà molto complicato ridurre le tensioni. È un passaggio imprescindibile e col presidente del Consiglio e il ministro della Difesa stiamo ascoltando e interloquendo coi leader dell’area”. E ancora, mette in cima alle sue preoccupazioni “la tutela dei connazionali nella regione e dei contingenti italiani presenti nelle missioni Unifil e Mibil. Con il ministro Crosetto monitoriamo la situazione e stiamo mettendo in campo ogni iniziativa per proteggerli”, ha riferito. Ai connazionali in Libano, l’appello del ministro, è, come già anticipato due giorni fa, a tornare: “Chi può rientrare lo faccia, mentre è sconsigliabile nella maniera più assoluta andarci”.
Dopo l’uccisione di uno dei leader di Hamas Ismail Haniyeh in Iran, e la nuova escalation di tensioni con Israele, Tajani sottolinea: “Dobbiamo evitare che Teheran fomenti l’instabilità nell’area con gruppi affiliati– ha detto Tajani- anche sfruttando le aperture al dialogo dimostrate dal nuovo presidente Pezeshkian. Ne ho discusso anche ieri col ministro degli Esteri iracheno Fouad Hussein, a cui ho chiesto di esercitare la propria influenza per spingere le autorità di Teheran alla moderazione”. Il vicepremier ha poi concluso: “Ad Israele continuiamo a riconoscere il diritto all’autodifesa, che è indiscutibile, ma gli facciamo presente anche che non deve cadere nella trappola di reazioni spropositate a seguito delle provocazioni di Hamas e Hezbollah”.