I NAS eseguono misure interdittive nei confronti di padre e figlio a causa di gravi irregolarità riscontrate all’interno dello studio medico.
Roma – I Carabinieri del NAS, nella mattinata odierna, hanno eseguito due misure cautelari interdittive dall’esercizio della professione, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che per la gravità dei fatti aveva richiesto il carcere, nei confronti di due medici, padre e figlio titolari di uno studio medico in Roma.
I provvedimenti interdittivi sono stati emessi a conclusione di una complessa ed articolata attività condotta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità della Capitale, che, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Eleonora Fini, ha ricostruito, unitamente ai periti nominati dall’Autorità Giudiziaria, tutta la vicenda che ha avuto come triste epilogo il decesso di una ragazza siciliana che si era rivolta ai due professionisti per il rimodellamento del naso.
Le gravi e pesanti evidenze probatorie raccolte dai militari del NAS hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere l’odierna misura interdittiva nei confronti dei due medici, anche se il Pubblico Ministero titolare delle indagini ne aveva richiesto la custodia cautelare, in considerazione del fatto che i due sembrerebbe continuino ad operare anche in Albania, dove, al momento, si trova il padre, e per lui il provvedimento è stato notificato direttamente al suo legale.