Tolleranza zero della Guardia di finanza per chi vende prodotti farlocchi e pericolosi per la salute pubblica. Quest’anno è boom di griffe false su spiagge e litorali.
Bologna – I militari del comando provinciale della Guardia di finanza, anche nella settimana di ferragosto, hanno intensificato, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, l’attività di contrasto e repressione del commercio di prodotti contraffatti o non conformi agli standard di sicurezza contemplati dalla normativa comunitaria e nazionale.
In particolare, l’attività info-investigativa espletata dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano ha consentito di individuare un esercizio commerciale in zona “Croce Coperta” avente per oggetto la vendita di prodotti per la casa in genere, riconducibile ad un cittadino di nazionalità cinese, al cui interno venivano commercializzati, tra gli altri, apparecchi elettrici privi dei requisiti di Legge.
Al contempo, le Fiamme gialle del 1° Nucleo Operativo Metropolitano hanno eseguito un intervento ispettivo all’interno del noto mercato settimanale della “Montagnola”, nell’ambito del quale sono state rilevate, nei confronti di due commerciati di nazionalità pakistana ed equadoregna, numerose violazioni alla normativa prevista dal Codice del Consumo, che stabilisce gli obblighi e i divieti previsti in materia di sicurezza dei prodotti commercializzati nei confronti dei consumatori finali.
Le operazioni svolte hanno consentito di sottoporre a sequestro complessivamente oltre 540.000 articoli vari (accessori decorativi, utensileria, prodotti ed accessori per la cura del corpo e della persona, beni di consumo etc.) “non sicuri” per i consumatori, in quanto privi dei requisiti informativi minimi obbligatori ai sensi del Codice del Consumo, in violazione degli artt. 6, 7 e 9 del D.lgs. n. 206/2005. Inoltre, sono stati sequestrati 64 apparecchi elettrici, prevalentemente piccoli elettrodomestici da cucina, sprovvisti di marchio CE e relativi certificati di conformità. Gli esercizi commerciali in questione sono stati segnalati alla C.C.I.A.A. di Bologna per la comminazione delle relative sanzioni amministrative, che possono arrivare, per ognuno dei trasgressori, fino a € 25.823,00.