Casal del Marmo, rintracciati tutti e tre i tunisini evasi dal carcere minorile di Roma

Capece (Sappe): “Conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari che denunciamo da anni”.

Roma – E’ stato trovato dai carabinieri della compagnia di Roma Centro a Colle Oppio anche il terzo dei tre ragazzi tunisini evasi dal carcere di Casal del Marmo. Il ragazzo è stato arrestato dopo che gli accertamenti dattiloscopici ne hanno confermato l’identità.

I tre giovani detenuti di nazionalità tunisina erano evasi il 21 luglio dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma approfittando del caos scoppiato in seguito a una rissa tra una cinquantina di detenuti, hanno scavalcato il muro di cinta della struttura penitenziaria e si sono dileguati. Subito erano scattate le ricerche.

Stupore e indignazione delle organizzazioni sindacali attive nella realtà delle carceri dopo la fuga questa sera di tre detenuti dall’istituto minorile di Roma. Il segretario generale del Sappe Donato Capece rileva che “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari che denunciamo da anni. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto e assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.

Dubbi anche “sulla capacità delle strutture minorili, concepite per minori italiani, di contenere giovani stranieri con esperienze criminali potenzialmente più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata. La situazione critica e fallimentare che allarma la sicurezza delle carceri italiane già abbondantemente sovraffollate con circa 20.000 agenti in meno, circa 10.000 agenti feriti, 180 agenti in 20 anni morti suicidi e con 50 detenuti dall’inizio del 2024 che si sono tolti la vita – afferma il segretario generale del Cosp Domenico Mastrulli – non offre alcuna speranza se non si interviene commissariando i Responsabili del fallimento”.

Per la Uspp Lazio “nei giorni scorsi il sindacato aveva già lanciato segnali della difficoltà estrema che vive anche il minorile romano: tra aggressioni, incendi, danneggiamenti e quant’altro sembra non attirare interessi dall’amministrazione della giustizia minorile e del ministero della giustizia”. 

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa