Smantellata la nuova reggenza dei Cursoti Milanesi. Colpiti anche locali della movida catanese. L’indagine ha documentato violenze, scontri interni e traffico di stupefacenti tra il 2021 e il 2024.
Catania – Una maxi operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto di reparti specializzati dell’Arma e il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere nelle province di Catania, Agrigento, Benevento, Cosenza, Enna, Lecce, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa, Verbano-Cusio-Ossola e Voghera.
Gli indagati, che restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva, sono ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, detenzione di armi, banconote false e ricettazione, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare il clan dei Cursoti Milanesi.
Un’indagine partita nel 2021 e culminata nel 2024
L’attività investigativa – durata oltre due anni – ha consentito di ricostruire l’organigramma interno e l’evoluzione criminale del clan catanese, segnato da violente faide interne a seguito della morte, nel 2020, dello storico capo Rosario Pitarà, detto “u Furasteri“. Dopo il suo omicidio e quello di due esponenti del clan Cappello, si sarebbe innescata una sanguinosa lotta di potere.
Due le fazioni contrapposte: da una parte Carmelo Distefano, detto “pasta ca sassa“, sostenuto dalle figure storiche del clan; dall’altra i fratelli Giuseppe e Alfio Cristian Licciardello, nipoti del boss ucciso, decisi a non riconoscere la nuova leadership.
Sparatorie, intimidazioni e pestaggi in pieno giorno
Secondo gli inquirenti, la faida interna ha generato una spirale di violenze culminata in scontri armati ed episodi di brutale ritorsione. In particolare, il 19 aprile 2022, Alfio Cristian Licciardello avrebbe aperto il fuoco contro un negozio collegato a rivali dopo l’aggressione subita da un loro affiliato. Gli episodi si sono verificati anche in aree urbane densamente frequentate, dimostrando la spregiudicatezza e pericolosità del sodalizio.
Estorsioni nella movida: assalto alla discoteca ECS Dogana Club
Le indagini hanno inoltre rivelato l’infiltrazione mafiosa all’interno del noto locale ECS Dogana Club, nella zona portuale di Catania. Gli indagati – spesso in gruppi di 30 o più persone – avrebbero fatto irruzione forzando ingressi, aggredendo il personale e pretendendo consumazioni gratuite e somme estorsive fino a 1600 euro a settimana per “protezione”.
Tra gli episodi più gravi:
- 8 aprile 2022: tre uomini avrebbero forzato l’ingresso, minacciato il personale e preteso bottiglie gratuite.
- 4 dicembre 2021: circa 30 affiliati, capeggiati da “Piripicchio”, avrebbero sfondato la porta d’ingresso e aggredito uno dei soci.
- 2 maggio 2022: un dipendente sarebbe stato colpito al volto e lanciato contro una transenna.
In altri casi, gli affiliati sarebbero tornati con gruppi di 50 persone a bordo di motorini, intimidendo sicurezza e proprietari.
Armi, droga e soldi falsi
Durante le indagini, sono stati effettuati arresti in flagranza, sequestri di cocaina, hashish e marijuana, oltre a armi da fuoco e banconote contraffatte (176 pezzi da 20 euro). Due soggetti sono stati denunciati per reati connessi al traffico di stupefacenti.
L’operazione conferma la persistente forza intimidatoria e il radicamento mafioso dei Cursoti Milanesi su Catania e oltre, con ramificazioni nel traffico di droga, nelle estorsioni e nel controllo della movida.