Tra i beneficiati un uomo che uccise la moglie malata terminale e un migrante vittima dei trafficanti. Il Quirinale valuta percorsi di recupero e circostanze attenuanti.
Roma – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esercitato il suo potere di clemenza nei confronti di cinque persone condannate per diversi reati, che hanno già scontato parte delle loro pene. La decisione, comunicata attraverso il sito ufficiale del Quirinale, riguarda vicende umane complesse dove circostanze drammatiche, percorsi di recupero e considerazioni sulla proporzionalità delle condanne hanno portato il Capo dello Stato a intervenire con l’istituto della grazia.
Una delle storie più toccanti è quella di Franco Cioni, classe 1948, che nell’aprile 2021 pose fine alla vita della moglie gravemente malata in fase terminale. L’uomo, legato sentimentalmente alla donna da mezzo secolo, era stato condannato a sei anni, quattro mesi e venti giorni di reclusione per omicidio volontario.
Il Presidente ha disposto l’estinzione completa della pena residua, pari a cinque anni e sei mesi di carcere. La decisione è stata presa considerando diversi elementi: le precarie condizioni di salute dell’uomo, il perdono esplicito manifestato dalla sorella della vittima e soprattutto il contesto straziante in cui maturò il gesto. Sia il Procuratore Generale che il magistrato di sorveglianza avevano espresso parere favorevole alla grazia.
Particolarmente significativa appare la vicenda di Abdelkarim Alla F. Hamad, giovane nato nel 1995 e condannato a trent’anni di reclusione per concorso in omicidio plurimo e violazione delle normative sull’immigrazione, relativi a fatti del 2015.
La grazia parziale concessa dal Capo dello Stato tiene conto di molteplici fattori: l’età giovanile al momento dei fatti, il notevole percorso di recupero dimostrato durante oltre dieci anni di detenzione dal 2015 a oggi, riconosciuto anche dal magistrato di sorveglianza e la complessità drammatica del contesto in cui si verificarono i reati. Il Ministro della Giustizia aveva espresso parere favorevole.
Interessante notare come la stessa Corte d’appello di Messina, pur respingendo per ragioni procedurali la richiesta di revisione del processo, aveva sottolineato l’esistenza di uno scarto significativo tra la pena legalmente comminata e la dimensione morale dell’effettiva responsabilità, indicando proprio nell’istituto della grazia l’unico strumento disponibile per ridurre tale distanza.
Bardhyl Zeneli, nato nel 1962, aveva ricevuto una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari. Il Presidente Mattarella ha concesso la grazia per l’intera pena dopo che sia il magistrato di sorveglianza che il Procuratore generale avevano evidenziato come il comportamento contestato – essersi allontanato dall’abitazione dove era sottoposto all’obbligo di dimora – non configurasse in realtà il reato di evasione e quindi non dovesse essere considerato illecito.
Alessandro Ciappei, classe 1974, era stato condannato a dieci mesi di carcere per una truffa risalente al 2014. La grazia ha estinto la pena residua di nove mesi e tre giorni considerando la limitata gravità concreta del fatto, l’occasionalità del comportamento illecito, il lungo periodo trascorso dalla commissione del reato e la situazione personale dell’uomo, che ha ricostruito la propria esistenza all’estero dove risiede e lavora.
Gabriele Spezzuti, nato nel 1968, era stato condannato sia alla reclusione (già scontata fino al 2014) sia a una multa di novantamila euro per reati legati agli stupefacenti commessi nel 2005. La grazia ha cancellato la sanzione pecuniaria ancora da pagare, pari a ottantamila euro.
Nella valutazione, il Capo dello Stato ha considerato l’avvenuto scontamento della pena detentiva, il lungo tempo trascorso dai fatti senza alcuna recidiva e le difficili condizioni economiche in cui versa il condannato.