L’ex calciatore è stato condannato per l’omicidio della 56enne, barbaramente uccisa a calci, pugni e martellate e colpita con una panchina in ferro battuto.
Bologna – E’ stato confermato l’ergastolo per Giovanni Padovani, ex calciatore e modello, condannato all’ergastolo in primo grado per il brutale omicidio dell’ex compagna Alessandra Matteuzzi. La donna, 56 anni, è stata barbaramente uccisa il 23 agosto 2022 sotto casa a Bologna, in via dell’Arcoveggio, in seguito da Padovani, allora 28enne, che l’ha colpita con calci, pugni, un martello e una panchina in ferro battuto. La sentenza è arrivata oggi nel processo d’appello dopo la condanna all’ergastolo in primo grado il 12 febbraio 2024 dalla Corte d’Assise di Bologna. Il killer era presente in aula. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
Padovani era stato dichiarato colpevole di omicidio pluriaggravato, ricevendo la pena dell’ergastolo. I giudici hanno confermato diverse aggravanti, tra cui lo stalking, i motivi abietti, la premeditazione e il legame affettivo con la vittima. La Corte ha inoltre disposto il pagamento di risarcimenti immediati ai familiari di Matteuzzi, tra cui 100mila euro per la sorella e la madre, 10mila per i nipoti e 5mila per altre parti civili coinvolte nel processo.
La difesa e il tema dell’infermità mentale
Nel processo d’appello, la difesa di Padovani ha puntato nuovamente sul tema dell’infermità mentale, nonostante la perizia psichiatrica abbia dichiarato l’imputato capace di intendere e di volere. La sentenza in primo grado, pronunciata dopo due ore di camera di consiglio, si basava su un profilo psicologico dell’imputato e sulle motivazioni dettagliate dei giudici, che hanno descritto Padovani come spinto da “un irrefrenabile desiderio di vendetta”. Per i giudici, il movente dell’omicidio non sarebbe stato una semplice gelosia, ma un proposito vendicativo chiaramente premeditato.
La tragedia di Alessandra Matteuzzi: stalking e femminicidio
Il femminicidio di Alessandra Matteuzzi ha sconvolto l’opinione pubblica per la brutalità e la premeditazione dell’aggressione. L’omicidio è avvenuto la sera del 23 agosto 2022, quando Padovani, partito da Senigallia, è giunto a Bologna armato di martello nascosto in uno zainetto. La vittima è stata colpita con violenza nel cortile condominiale e, nonostante il trasporto in ospedale, è deceduta poche ore dopo.
Alessandra Matteuzzi aveva già denunciato Padovani per stalking a fine luglio 2022, riferendo una serie di atti persecutori legati alla sua gelosia ossessiva. La donna aveva descritto vari episodi di controllo morboso e minacce, inclusi episodi come gomme dell’auto tagliate e zucchero nel serbatoio. La sua denuncia, che riportava le intimidazioni subite, non era però riuscita a fermare la tragedia.
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, i giudici avevano parlato di un “omicidio d’onore”, pur specificando che tale espressione va intesa come “una malintesa accezione di quest’ultimo”. Secondo la Corte, l’omicidio era stato “ideato lucidamente” da Padovani sin da giugno 2022, come un vero e proprio “agguato premeditato” e non “un mero moto d’impeto”. La sentenza evidenziava un “carattere ossessivo-maniacale” nel comportamento di Padovani e un rancore tale da condurlo ad agire con estrema violenza. Ora si attendono le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise d’Appello, che saranno depositate entro 90 giorni.
La Lotta Contro il Femminicidio e il Supporto alle Vittime
Il processo d’appello di Giovanni Padovani solleva nuovamente il tema del femminicidio e della violenza domestica, evidenziando l’importanza delle denunce tempestive e della protezione delle vittime. Il Comune di Bologna e diverse associazioni, come Sos Donna, Casa delle Donne e Mondodonna, sono parte civile nel processo e continuano a impegnarsi per il supporto alle vittime di violenza.