Manola Mascia morta per le ferite alla testa, oggi l’autopsia sul fidanzato

L’esame necroscopico conferma la caduta dalla scogliera come causa del decesso della 29enne cagliaritana. Il corpo di Paolo Durzu era a 15 metri da quello della giovane.

Cagliari – È morta per le gravi ferite alla testa riportate in una caduta dalla scogliera di Cala Fighera, sul promontorio della Sella del Diavolo a Cagliari. Questo l’esito dell’autopsia eseguita ieri pomeriggio sul corpo di Manola Mascia, la 29enne cagliaritana ritrovata priva di vita mercoledì nelle acque della cala. L’accertamento, durato circa quattro ore e condotto dal medico legale Roberto Demontis, ha stabilito che i traumi sono compatibili con una “precipitazione” dagli scogli, escludendo per ora altre ipotesi. Questa mattina, lo stesso Demontis esaminerà il corpo di Paolo Durzu, il fidanzato 33enne di Manola, il cui cadavere è stato recuperato ieri tra gli scogli, a circa 15 metri dal punto in cui era stata trovata la giovane.

L’esame necroscopico su Manola Mascia, svolto presso l’ospedale Brotzu, ha chiarito le dinamiche della sua morte. Le lesioni al cranio, rilevate già in un primo esame esterno, sono state confermate come esito di un impatto violento, tipico di una caduta da un’altezza significativa. “Le ferite sono coerenti con una precipitazione accidentale”, spiegano fonti vicine agli inquirenti, pur precisando che si attendono i risultati delle analisi istologiche e tossicologiche per un quadro definitivo. Questi esami, che potrebbero rilevare eventuali sostanze nel sangue o dettagli microscopici sui tessuti, richiederanno alcuni mesi. Nessun segno evidente di violenza da terzi è emerso, rafforzando la pista di un tragico incidente.

Dopo giorni di ricerche complicate dal mare mosso e dal vento di scirocco, ieri i Vigili del fuoco e la Guardia Costiera hanno recuperato il corpo di Paolo Durzu, il 33enne di Quartu Sant’Elena scomparso insieme alla fidanzata nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 marzo. Il cadavere, avvistato tra gli scogli a circa 15 metri dal punto in cui era stata rinvenuta Manola, è stato riportato a riva dalle correnti. I genitori di Durzu, Antonio e Antonella Contu, presenti sul posto, hanno riconosciuto il figlio, straziati da un dolore che chiude un capitolo di angosciosa attesa. Oggi l’autopsia sarà decisiva per stabilire se anche per lui la causa della morte sia legata a una caduta o se emergano elementi diversi.

Manola e Paolo, descritti come “innamoratissimi” da chi li conosceva, erano scomparsi martedì sera senza lasciare traccia. Lei, residente a Cagliari, lavorava saltuariamente; lui, disoccupato, sognava un futuro stabile. Il loro ultimo avvistamento risale a un bar di via XX Settembre, dove erano habitué. Poi, il nulla, fino al ritrovamento del corpo di Manola, segnalato da un escursionista mercoledì mattina, e del borsello di Paolo, con documenti e cellulare, vicino agli scogli. La Squadra Mobile, diretta da Davide Carboni, sta analizzando il telefono di Durzu – l’unico recuperato – e le telecamere della zona per ricostruire i loro movimenti. L’ipotesi più accreditata resta quella di un incidente: una passeggiata notturna sulla scogliera, forse per ammirare il mare, finita in tragedia.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa