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Manganellate agli studenti a Pisa, trasferita la dirigente del reparto mobile di Firenze

Trasferita a altro incarico, ma pare che il suo avvicendamento fosse già programmato da tempo. Indaga la Procura.

Firenze – Silvia Conti, dirigente del Reparto Mobile di Firenze, è stata trasferita ad altro incarico. L’avvicendamento avviene a una settimana dai fatti di Pisa ma pare fosse già programmato da tempo: si tratterebbe quindi di un normale trasferimento slegato da quanto accaduto. Lo dicono fonti del Dipartimento della Pubblica sicurezza. Intanto proseguono gli accertamenti sulla condotta della catena di comando in servizio venerdì scorso – in base all’analisi dei video già esaminati dai carabinieri – quando un gruppo di studenti è stato manganellato dagli agenti di polizia in assetto antisommossa, nell’ambito di un’azione di cariche di alleggerimento.

Secondo quanto appreso, infatti, al centro delle valutazioni dell’autorità giudiziaria c’è soprattutto questo aspetto, ossia di chi ha preso le decisioni e in particolare si cerca di capire chi abbia dato l’ordine di caricare con veemenza. Pur mantenendo il massimo riserbo sulla vicenda, da ambienti giudiziari trapela la volontà di procedere speditamente anche per ripristinare quanto prima un clima di serenità in città dopo le polemiche.

Manganellate a Pisa

L’attenzione della Procura – che ha anche acquisito, inserendola nel fascicolo ancora senza ipotesi di reati né indagati, la relazione di servizio della questura -, in questa fase si concentra sulla catena di comando e su chi e perché abbia dato l’ordine di caricare gli studenti. Ora sarà il procuratore facente funzioni, Giovanni Porpora a decidere quali reati ravvisare e a chi assegnare l’inchiesta. A Firenze, invece, le cariche ci sono state quando alcuni hanno tentato di forzare il tragitto regolarmente preavvisato, per andare oltre, al consolato degli Stati Uniti, secondo la versione del Viminale.

In queste ore gli inquirenti stanno valutando con attenzione l’effetto incrociato dell’articolo 53 del codice penale, che rende non punibile l’utilizzo da parte della polizia dei “mezzi di coazione fisica” per “vincere una resistenza”; e dell’articolo 51 che prevede che “se un reato è commesso per ordine delle autorità, del reato risponde sempre il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine”. A questo punto diventa fondamentale stabilire se le cariche siano partite spontaneamente o per ordini superiori. Per questo la Procura potrebbe disporre il sequestro delle conversazioni radio tra la sala operativa della questura e i reparti dislocati a protezione (secondo la versione ufficiale) della Sinagoga.

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