Ciocca promette di tingersi i capelli a pois se prende meno voti, Tajani chiede una domanda di riserva e Barelli gli dà del Capitan Fracassa.
Roma – Il ciclone Vannacci è esploso con tutta la sua forza. Ovunque si intraveda un politico all’orizzonte, dal Transatlantico di Montecitorio alla buvette del Senato, dallo struscio sotto Palazzo Chigi fino agli eventi sparsi per l’Italia, la domanda di rito è “Lei cosa pensa della candidatura del generale?”. E dopo la raffica di insulti delle prime ore, qualcuno si abbandona all’ironia e mette in scena teatrini. Anche con una certa scaramanzia che il candidato star della Lega non faccia strage di voti. Nella top list dei commenti su Vannacci, un posto di tutto rispetto è quello per il collega di partito Angelo Ciocca.
“Non temo Vannacci, prenderò più voti di lui, non si può temere l’ultimo arrivato, io alle precedenti elezioni ho preso 90mila preferenze. E se i miei elettori non mi daranno più voti di Vannacci prometto di tingermi i
capelli di rosso a pois verde…”, fa la battuta l’europarlamentare del Carroccio di nuovo in corsa per un posto a Bruxelles. Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa – non nuovo peraltro a siparietti – ironizza così alla solita domanda trita e ritrita: “Vannacci non l’ho mandato a quel Paese. Ha diritto a candidarsi e ho detto che le cose che ha detto, alcune saranno anche giuste, altre mi piacciono meno”.
Colorato anche il commento di Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, che attribuisce al generale elucubrazioni, “Frescacce da Capitan Fracassa“. Frasi a effetto, elucubrazioni “poco da intellettuale di cui non se ne sentiva proprio il bisogno”, afferma. “Non c’è mai limite al masochismo”, irrompe nel dibattito vannacciano il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che però riserva una battuta pure alla sua adorata premier. “In genere era Leonardo che si chiamava solo con il nome. Siamo in una fase di grande creatività della vita politica nazionale”, ha detto in merito al suggerimento lanciato dalla presidente del Consiglio di scrivere solo il suo nome di battesimo sulla scheda alle elezioni europee.. Alla domanda se lui suggerirebbe di scrivere solo “Vincenzo” sulla scheda, De Luca ha risposto: “Il nome Vincent è bene augurante, ricorda un po’ Van Gogh….”.
E il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani ha preferito glissare. “Un’altra domanda..”, ha risposto a chi gli domandava se siano fraintendibili le parole di Vannacci sulla disabilità, che secondo il segretario
della Lega Matteo Salvini sono state “ampiamente travisate”. Addirittura nel Pd si trascende al tragicomico. I dem hanno deciso di “ignorare” Vannacci. Sbandierando sui social la sua foto. “Non faremo il suo nome” recita infatti il post apparso su X sul profilo ufficiale dem con cui si invita a “ignorare” – appunto – il candidato della Lega per le prossime Europee. Peccato che il post è accompagnato dalla foto del generale, con gli occhi coperti dalla scritta in stampatello “Ignoralo”.
Nel testo, che come tutte le campagne social dovrebbe ambire a diventare virale, il Pd insiste: “Non gli faremo il favore di rilanciare i suoi deliri, le sue frasi schifose, la vergogna che rappresenta per tutte le donne e gli uomini in divisa”. Il favore, invece, glielo fanno eccome, grazie all’hastag #ignoravannacci, tant’è che il messaggio (“proteggiamoci dalle sue parole d’odio – continua il testo –. Compiamo un gesto di difesa del dibattito pubblico”) alla fine ha avuto l’atteso effetto boomerang. Tanto che qualche simpaticone ha scritto: “Vai col trend #ignoravannacci così non lo nota nessuno”. Torna un pò alla memoria Veltroni che non nominava mai Berlusconi ma usava frasi come “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”. Tutti sanno che più non si voleva nominare il Cavaliere, e più diventava popolare.