Mafia, in manette il boss Gaetano Savoca: è il nuovo capo del mandamento di Ciaculli-Brancaccio [VIDEO]

Il 57enne, già condannato tre volte, avrebbe preso in mano la cosca un tempo guidata da Michele Greco.

Palermo – La polizia ha arrestato Gaetano Savoca, 57 anni, ritenuto il successore di Michele Greco, noto boss di Cosa Nostra soprannominato “Il Papa”. L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Francesca Mazzoco e Francesca Dessì, ha portato alla luce il ruolo di Savoca come vertice della storica famiglia mafiosa di Ciaculli. Dopo l’arresto di Leandro Greco nel 2019 nell’ambito dell’operazione “Cupola 2.0”, Savoca sarebbe diventato il nuovo punto di riferimento della mafia locale.

Secondo le indagini, Savoca – già condannato tre volte per associazione mafiosa – ricopriva il ruolo di capo mandamento, coordinando le attività illecite e influenzando persino le assunzioni in una cooperativa impegnata nei cantieri ferroviari.

Le forze dell’ordine hanno sottolineato come Savoca fosse il leader indiscusso delle famiglie criminali del mandamento di Brancaccio. L’operazione odierna segue una precedente azione del marzo scorso, quando otto membri dello stesso sodalizio furono arrestati con accuse di mafia, estorsione, traffico di droga e detenzione di armi.

Savoca organizzava riunioni segrete con altri membri dell’organizzazione per pianificare le attività criminali. Tra queste, le estorsioni e il traffico di droga rappresentavano le principali fonti di reddito. Inoltre, il boss era responsabile di risolvere conflitti interni e garantire un sostegno economico alle famiglie dei membri detenuti.

Il nome di Savoca è stato collegato agli eventi violenti avvenuti il 26 febbraio scorso, quando Giancarlo Romano, un boss emergente del clan di Corso dei Mille, è stato ucciso, e il suo braccio destro Alessio Caruso gravemente ferito. Due sospettati sono stati arrestati per omicidio, aggiungendo ulteriori elementi all’inchiesta.

Durante le indagini, le autorità hanno eseguito diverse perquisizioni domiciliari, scoprendo prove legate a reati di ricettazione e riciclaggio. Questo dimostra il vasto raggio d’azione del gruppo mafioso, che spaziava dalla gestione di attività illecite locali al controllo delle risorse economiche.

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