Mafia a San Siro: retata contro gli ultras di Milan e Inter, arrestati i capi del tifo [NOMI / VIDEO]

Tra le accuse, associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Coinvolto anche il bodyguard di Fedez. Nei guai anche il consigliere Palmeri per corruzione.

Milano – Associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni personali e altri gravi reati collegati nel contesto del gioco del calcio. Di questo sono accusati gli ultras di Milan e Inter destinatari delle misure cautelari e perquisizioni, applicate dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Dda della Procura di Milano. Tra gli indagati i capi ultrà di entrambe le tifoserie, un bodyguard del rapper Fedez e il consigliere regionale lombardo del centrodestra Manfredi Palmeri, quest’ultimo con l’accusa di corruzione.

Oltre all’intervento della Polizia, ulteriori misure sono state attuate dal Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e dal Nucleo Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Milano (G.I.C.O.).

Tra le 19 persone colpite da misure cautelari – 16 in carcere e 3 ai domiciliari – emergono figure di spicco nel mondo delle tifoserie. Tra questi, in campo milanista Luca Lucci, leader della curva Sud, con il fratello Francesco, il loro fedelissimo Islam Hagag – il 35enne noto come “Alex Cologno”, che ha da poco patteggiato una condanna per un pestaggio fuori dal Meazza -, il 42enne Alessandro Sticco detto “Shrek”, anche lui condannato per lo stesso pestaggio – e il 41enne Christian Rosiello, coinvolto nel raid sotto casa del personal trainer dei vip Cristian Iovino, che fu picchiato dopo una lite in una discoteca con Fedez, di cui lo stesso Rosiello è bodyguard.

Sul fronte Inter e curva Nord, invece, sono finiti in manette il 39enne Marco Ferdico, capo della curva da dopo l’omicidio dello “zio” Vittorio Boiocchi, e poi suo padre Gianfranco, “Maurino” Mauro Nepi – lanciacori del secondo anello verde -, il 39enne Matteo Norrito e “Renatone” Renato Bosetti, 54 anni.

Il racket dei parcheggi, affari in curva e tanta violenza

Nell’inchiesta della squadra mobile, guidata da Alfonso Iadevaia, vengono ricostruiti pressioni sulle società, episodi violenti, gli interessi sui parcheggi – con imprenditori vicini alla ‘ndrangheta – e le mire delle due curve per un mare di affari. Proprio la gestione dei ricavi della Nord, almeno stando al racconto del killer reo confesso, avrebbe portato alla morte di Totò Bellocco, il 36enne erede dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta ucciso la mattina del 4 settembre a Cernusco. Ad ammazzarlo l’ex storico capo ultras nerazzurro, Andrea “Berro” Beretta, che avrebbe scoperto di avere un mirino sulla testa e avrebbe così giocato “d’anticipo” accoltellando Bellocco, che da oltre un anno era sempre più vicino ai vertici della Nord, a conferma dell‘ipotesi investigativa che vorrebbe le ‘ndrine sempre più interessate al mondo degli ultras. Tanto che per la Nord l’accusa è di aver favorito una famiglia ‘ndranghetista.

Dopo l’omicidio, la curva interista si è riorganizzata cambiando nome – da curva Nord 1969 Milano a curva Nord – e trovando in Renato Bosetti, fondatore degli Old fans, una nuova guida, almeno fino all’ordinanza di custodia cautelare, che ha colpito anche il “Berro”, a cui è stata notificata in cella.

Della Sud è invece padrone da anni Luca Lucci, finito in passato in un’inchiesta sul traffico di droga e diventato celebre per la foto della stretta di mano con Matteo Salvini a una festa del Milan. Tra i pestaggi violenti di cui si sono resi protagonisti nel mesi scorsi gli ultras rossoneri, spicca quello dello scorso aprile, avvenuto a Motta Visconti, ai danni di un uomo, massacrato di botte dal branco, al cui interno ci sarebbero stati diversi esponenti della Sud. 

Il consigliere lombardo e il quadro regalato in cambio dell’appalto sui parcheggi

Tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulle curve ultrà spunta anche il nome di Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo eletto con la lista di Letizia Moratti e consigliere comunale a Milano in una lista di centrodestra. Per lui l’accusa è di corruzione tra privati in una tranche per i suoi rapporti con un imprenditore interessato, si legge nell’ordinanza del gip, a “garantirsi l’aggiudicazione dell’appalto” per i parcheggi dello stadio di San Siro. Secondo quanto si apprende dall’Ansa, in una intercettazione Gherardo Zaccagni, “gestore” di parcheggi finito ai domiciliari per altre imputazioni, avrebbe detto di aver regalato a Palmeri un quadro del valore di 10mila euro.

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