L’ultima beffa di Salis in Ue: in attesa di giudizio si piazza in commissione Giustizia

A Strasburgo dopo la rielezione di Ursula von der Leyen, nominati i componenti delle 24 rappresentanze permanenti. Martedì i presidenti.

Bruxelles – L’ultima beffa della neoeletta eurodeputata di Avs Ilaria Salis: ora ha vinto uno scranno nella commissione Giustizia, Libertà civili e Affari interni (Libe) di Strasburgo. Una questione che non lascia indifferenti vista la sua vicenda giudiziaria. Tra i 75 membri della commissione  (Libe) infatti, accanto ad  Alessandro Ciriani (FdI), Paolo Inselvini (FdI), Cecilia Strada (Pd), Alessandro Zan (Pd), Caterina Chinnici (Fi), Susanna Ceccardi (Lega), Giuseppe Antoci (M5S), c’è anche lei, la nuova eroina dell’estrema sinistra.  Che, dopo l’istantanea-simbolo con Carola Rachete e Mimmo Lucano nel primo giorno di ‘scuola’, ha iniziato subito a dare filo da torcere al suo mentore Angelo Bonelli.

Lei che ha votato orgogliosamente contro la rielezione di Ursula von der Leyen, andando già controcorrente contro la sua stessa “famiglia”. Mentre la coppia Bonelli-Fratoianni annunciava alla stampa il suo sì determinante alla Ursula 2 “per fermare le destre”, la Salis pubblicava sui social la sua dichiarazione di guerra a Bruxelles. “In piena continuità con il mandato precedente, von der Leyen rappresenterà l’Europa neoliberista, che dà priorità ai profitti del mercato rispetto agli interessi materiali della gente comune e delle classi popolari”, ha spiegato l’attivista. Poi la difesa senza se e senza ma delle “persone in movimento” come la sinistra chiama i migranti illegali.

Salis con Fratoianni a Bruxelles

La macchina del Parlamento europeo si è messa in moto dopo la rielezione di Ursula von der Leyen definendo i componenti delle 24 commissioni permanenti. L’appuntamento più importante, però, sarà quello di martedì prossimo, quando è in programma l’elezione delle presidenze. Un clima frizzante si prevede anche in commissione Affari esteri, dove tra i cinque parlamentari italiani ci sono il generale Roberto Vannacci e i dem Nicola Zingaretti e Lucia Annunziata. Facile prevedere che il dossier ucraino sarà fonte di tensione tra i rappresentanti del nostro Paese, viste le posizioni agli antipodi dei gruppi di provenienza.

Oltretutto in quegli stessi banchi ci saranno anche il francese, candidato primo ministro, Jordan Bardella del Rassemblement National e l’esponente di Fidesz, il partito di Viktor Orbán, Kinga Gál. L’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, potrebbe essere eletto alla guida della commissione sul Fisco. La sua collega di partito Carolina Morace, invece, che ha a cuore le battaglie Lgbtq, sarà tra i cinque italiani che faranno parte della commissione Femm, quella dedicata ai diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere.

Mentre Mimmo Lucano, il “sindaco dei migranti” di Riace, si occuperà di Sviluppo in compagnia dell’ex direttore di Avvenire, noto per le sue posizioni pacifiste contrarie all’invio di armi all’Ucraina, Marco Tarquinio. Quest’ultimo duellerà anche con la leghista Silvia Sardone in commissione Diritti umani. E pure in questo caso, ad esempio sui migranti, sono scontate le scintille.

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