L’omonima operazione ha consentito alla Polizia di Stato di trarre in arresto di due cittadini albanesi ritenuti responsabili di 15 furti in abitazioni tra Lucca e la Versilia. Conducevano una vita normale con le rispettive famiglie.
Lucca – La Polizia di Stato, all’esito di un’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, ha arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP, due cittadini albanesi, di 34 e di 44 anni, residenti in provincia di Massa, ritenuti responsabili di numerosi furti in villa in Versilia, commessi la scorsa estate. Nel mese di giugno la Squadra Mobile della Questura di Lucca, congiuntamente ai Commissariati di Viareggio e di Forte dei Marmi, ha avviato un’indagine a seguito del reiterato verificarsi di furti in abitazioni di pregio, concentrati in particolare nei comuni di Pietrasanta e Camaiore.
I raid avvenivano sistematicamente in orari notturni e con la presenza di persone in casa, a volte anche bambini. Le vittime erano quasi sempre turisti stranieri, che avevano affittato residenze per brevi periodi. Una prima svolta nelle indagini si è avuta dopo che in occasione di uno di questi furti, veniva asportata un’autovettura, Audi Q3 Sportback nera con i vetri oscurati. Infatti, attraverso i lettori targhe dei comuni della Versilia, emergeva che i passaggi del mezzo venivano rilevati soltanto in orari notturni ed in zone isolate residenziali, caratterizzate dalla presenza di una forte concentrazione di ville.
Sotto la direzione della Procura della Repubblica, si è quindi dato avvio ad un’attività tecnico-investigativa, che ha successivamente consentito di avere conferma del coinvolgimento della Sportback nei furti oggetto di indagine. Inoltre, attraverso successivi e mirati servizi di osservazione si è potuto individuare il punto esatto in cui l’auto veniva “custodita”, punto da cui a tarda sera veniva prelavata per commettere i furti, a seguito dei quali, poco prima dell’alba, veniva nuovamente parcheggiata. Nei pressi del piazzale di parcheggio, è stato individuato un varco all’interno di una rete di recinzione, attraverso il quale, nel pieno della notte, due uomini parzialmente travisati e con guanti, successivamente riconosciuti nei due indagati, accedevano al piazzale provenendo a piedi da un’area boschiva, poco distante dalla massicciata ferroviaria. Lì i due, disponendo delle chiavi dell’auto, la prelevavano e iniziavano i loro giri alla ricerca di abitazioni da colpire.
Dopo l’identificazione dei due soggetti, l’indagine si è concentrata su eventuali altre autovetture in loro possesso, ipotizzandosi sin da subito che la banda avesse a disposizione anche veicoli “puliti”, da utilizzare nelle fasi antecedenti e successive ai raid, per non dare nell’occhio in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Ed infatti, nel giro di pochi giorni sono state individuate ben 4 autovetture a loro in uso oltre ad un furgone, Ford Transit, che le indagini hanno dimostrato venire utilizzato esclusivamente nei giorni feriali per far credere che si trattasse di mezzo adibito a spostamenti per motivi di lavoro ed eludere in questo modo eventuali controlli.
Nel prosieguo delle attività tecnico-investigative sono stati documentati puntualmente gli spostamenti di tutte le auto in uso agli indagati, e la Q3 è stata localizzata nelle vie interessate dai furti, che nel frattempo hanno interessato anche altri comuni, tra cui Massarosa, Seravezza, Forte dei Marmi e Lucca, nelle zone collinari di Pieve Santo Stefano, dove gli indagati hanno colpito per ben tre volte soltanto nella notte del 15 luglio.
Per diverse settimane, tutti i giorni gli investigatori hanno battuto palmo a palmo i tragitti percorsi dall’Audi, alla ricerca di telecamere utili e delle vittime di eventuali altri colpi, partendo proprio dalle zone in cui, nel corso della notte, erano state rilevate soste particolarmente lunghe. In questo modo, molto spesso, ignari cittadini, nella quasi totalità dei casi stranieri, sono stati portati a conoscenza dei furti subiti nel corso della notte, in alcuni casi nelle dependance delle ville e quindi ancora non scoperti, e prontamente accompagnati negli uffici di polizia per sporgere denuncia, indispensabile ai fini del prosieguo delle indagini.
Ingente il valore dei beni asportati, quantificabile in oltre 300.000 euro. In un caso, il 17 luglio a Pietrasanta, i due cittadini albanesi si sono persino impossessati di una Porsche 911, dopo aver trovato in casa le chiavi, ritrovata qualche ora dopo in un parcheggio e restituita al proprietario. I furti hanno interessato preziosi, orologi di pregio (Patek Philippe, Cartier, Rolex ecc…), valigie rivestite in pelle di coccodrillo del valore di migliaia di euro, scarpe e abbigliamento di marca, prodotti di telefonia. Ad “ossessionare” i malviventi, come emerso dall’attività tecnica, era soprattutto la ricerca di abbigliamento e borse da donna, da poter successivamente rivendere, fino al punto da rimanere persino scontenti quando nelle abitazioni visitate vi erano soltanto uomini. In alcuni casi la refurtiva, prima di essere rivenduta, veniva occultata nei pressi di casolari abbandonati ai margini della massicciata ferroviaria, unitamente agli attrezzi atti allo scasso, per poi essere prelevata in sicurezza in un secondo momento. In altri casi, veniva scaricata a casa dei due, prima di essere definitivamente portata in Albania.
Per non agevolare il rintraccio della refurtiva, gli spostamenti verso l’Albania, che avvenivano mediamente ogni 15-20 giorni, venivano diversificati ricorrendo a qualsiasi mezzo di trasporto, aereo, nave e auto, sia attraverso la frontiera di Trieste, sia in autostrada fino a Bari, per poi imbarcarsi a bordo della nave. E proprio in occasione di uno di questi viaggi, il 18 luglio 2022, è scattato il primo decisivo blitz da parte degli investigatori. Avuto contezza del fatto che una delle autovetture segnalate si stava spostando lungo l’A4 verso il confine con la Slovenia, in piena notte gli Agenti della Squadra Mobile hanno segnalato l’autovettura monitorata in transito alle pattuglie della Polizia Stradale competenti sulla tratta percorsa. Immediato è scattato il controllo da parte di equipaggi della Sezione Polizia Stradale di Trieste e del Commissariato di Duino-Aurisina che, notato il veicolo circolare a velocità eccessivamente sostenuta, lo hanno fermato in prossimità di un casello autostradale procedendo al controllo. A bordo della macchina, in quell’occasione, c’erano tutti e due gli indagati e nel bagagliaio dell’auto le forze dell’ordine hanno trovato una spropositata quantità di beni (scarpe Hogan, borsa Chanel, due pochette ed una cintura Luis Vuitton, abbigliamento di marca, scarpe Icon, trolley rivestito in pelle pregiata, occhiali da sole Ray-Ban, zaino Jan Sport, bracciali ed accessori per telefoni, persino un documento di una delle vittime), di cui non veniva fornita alcuna valida giustificazione.
In considerazione del fatto che le misure, e la tipologia di abbigliamento rinvenuto sull’auto, non si attagliavano ai due albanesi, le pattuglie procedevano al sequestro ed al conseguente deferimento all’A.G. per ricettazione. Il successivo meticoloso lavoro di ricostruzione di tutte le denunce sporte nei giorni immediatamente antecedenti al controllo presso gli uffici di polizia e dei carabinieri della provincia consentiva di individuare tutte le vittime ed approntare gli album fotografici per il successivo e decisivo riconoscimento in sede di denuncia.
All’esito dell’attività investigativa, il Gip presso il Tribunale di Lucca, su concorde richiesta della locale Procura della Repubblica, ha ritenuto integrati i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati per ben 15 furti in abitazione, perpetrati nei mesi di giugno e luglio 2022, nei comuni di Pietrasanta, Camaiore, Seravezza, Lucca, Massarosa e Forte dei Marmi, oltre che per la ricettazione dell’Audi Q3 Sportback, emettendo nei loro confronti ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Gli arresti, operati dalla Squadra Mobile e dai commissariati di Viareggio e Forte dei Marmi, sono scattati all’alba di oggi con il rintraccio dei due all’interno delle rispettive abitazioni di Massa, dove risultano rispettivamente residenti e domiciliati e dove conducevano con le proprie mogli e figli, una vita apparentemente normale, senza destare alcun sospetto. I due, al termine delle incombenze di rito, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Massa, a disposizione della Procura della Repubblica lucchese.