Tribunale durante il processo d’appello per le accuse di tortura nel carcere di Torino

L’Sos dei Garanti dei detenuti a Nordio: “Urgono misure, carceri una polveriera”

I responsabili lanciano l’allarme e chiedono al ministro di nominare il sostituto di Maurizio Felice D’Ettore scomparso il 22 agosto scorso.

Roma – La situazione delle carceri, tra suicidi, rivolte, disordini e l’ingresso di droga e cellulari è sotto gli occhi di tutti. Da mesi i Garanti denunciano l’emergenza. E oggi tornano a chiedere un incontro urgente con il ministro della Giustizia Carlo Nordio. ”Esprimiamo preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione.
Carceri sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera: esasperazione, abbandono e indifferenza verso il modo dell’esecuzione della pena, che non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, fanno di questo momento storico il più delicato dopo la sentenza ‘Torreggiani’ della Corte europea dei diritti dell’uomo”.

In una lettera scritta dal portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali che è anche il Garante
campano dei diritti dei detenuti Samuele Ciambriello al Guardasigilli la denuncia di mesi si fa grido d’allarme e disperazione: “Più di ottomila detenuti, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la cosiddetta liberazione anticipata ‘speciale’ – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione”. Così i Garanti chiedono un incontro con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Soprattutto con un sollecito al ministro e al Governo
per la nomina del nuovo Garante Nazionale
delle persone private della libertà personale in sostituzione di Maurizio Felice D’Ettore scomparso il 22 agosto scorso.

L’ex Garante Maurizio Felice D’Ettore

“Sollecitiamo la nomina del nuovo Garante Nazionale per completare il Collegio, in considerazione anche
delle lunghe procedure che ci sono in successione alla nomina per rendere la stessa efficace”, dice la missiva. Lo scorso 7 agosto, quando Nordio incontrò D’Ettore – ex parlamentare di Fratelli d’Italia – che ancora era in vita. La sua scomparsa, per un malore improvviso, avverrà il 22 agosto mentre è in vacanza dalla famiglia a Locri. Il Guardasigilli mentre alla Camera si discuteva il decreto carceri, era a colloquio con lui e una delegazione dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale per fare il punto sul sistema carcerario.

L’emergenza allora era già sotto gli occhi di tutti, tra sovraffollamento, suicidi e rivolte. I Garanti avevano sottoposto al ministro alcune richieste in materia di contrasto al sovraffollamento carcerario, prevenzione dei suicidi e, in generale, sulla condizione carceraria, sottolineando l’esigenza di intervenire con un aumento dei turni d’aria, più telefonate e colloqui familiari, maggiori investimenti sull’area penale esterna, incremento dei fondi già stanziati da via Arenula sul sostegno psicologico.

Il ministro Nordio aveva parlato di un “incontro proficuo, un’occasione di confronto costruttivo durante il quale era stata confermata la volontà di mantenere alta l’attenzione, come dimostrato in questo anno e mezzo di governo, durante il quale, solo nel 2024, sono stati stanziati 10,5 milioni di euro aggiuntivi – più che triplicato il budget previsto in bilancio di euro 4,4 milioni – per uno stanziamento totale di euro 14,9 mln, di cui 9,5 mln per gli psicologi ed 1 mln per i mediatori culturali, destinati ad aumentare il numero dei professionisti psicologi negli istituti penitenziari, in modo da migliorare la qualità dei percorsi di trattamento dei detenuti e colmando per la prima volta nella storia le piante organiche di queste figure”.

“Siamo consapevoli – aveva dichiarato il Guardasigilli – che tutto questo non basta ad alleviare la condizione carceraria ma siamo contrari a qualunque forma di scarcerazione lineare o amnistia mascherata perché rappresenterebbero una resa dello Stato, con conseguenze, fra l’altro, negative in termini di recidiva confermate dalle statistiche”. Quello che invece si può fare è intervenire sulla carcerazione preventiva. “Ad oggi contiamo circa un 20% di detenuti in attesa di giudizio – ha detto Nordio – e questo è inaccettabile per chi come noi ritiene la presunzione d’innocenza un valore assoluto così come deve essere la certezza della pena, una volta ricevuta la condanna definitiva. Proprio per questo con le riforme promosse dal governo abbiamo introdotto, ad esempio, l’interrogatorio di garanzia prima dell’arresto e l’istituzione del tribunale collegiale per la conferma del provvedimento di detenzione. Si tratta di iniziative che avranno certamente un effetto deflattivo sul numero di persone incarcerate”.

Ma da allora l’emergenza si è acuita, D’Ettore è scomparso e i Garanti, senza la sua guida, navigano ancora più a vista tra le onde vorticose del dramma carceri.

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