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Lotta alla contraffazione: operazioni della Gdf da Taranto a Mantova

Sequestri a tappeto di diversi prodotti, dalla bigiotteria ai cosmetici fino a quelli per uso alimentare. Erano potenzialmente dannosi per la salute.

Roma – Contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione di marchi con controlli a tappeto della Guardia di Finanza in tutta Italia, da Taranto a Mantova. A Taranto le Fiamme Gialle del Comando Provinciale hanno eseguito, presso alcune aziende ed esercizi commerciali della città, di Laterza, Manduria, Sava e Maruggio, mirati controlli a contrasto dell’illecita commercializzazione di prodotti non conformi e potenzialmente dannosi per la salute pubblica. 

Gli interventi, eseguiti dai finanzieri del gruppo di Taranto, della Compagnia di Manduria e della Tenenza di Castellaneta, hanno permesso di individuare e sottoporre a sequestro oltre 1,5 milioni di prodotti di vario genere, tra i quali articoli in plastica per uso alimentare, bigiotteria e cosmetici privi delle informazioni previste dal ‘Codice del Consumo‘. La normativa stabilisce, infatti, che i prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, debbano riportare le indicazioni relative alla denominazione legale o merceologica del prodotto, all’identità del produttore, all’eventuale presenza di sostanze in grado di causare potenziale danno al consumatore nonché ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione. 

Tra i prodotti sottoposti a sequestro figurano piatti in plastica, sulle cui confezioni era indebitamente impresso il logo “MOCA” (materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti) pur in assenza del pertinente “certificato di conformità” prescritto per legge. 

All’esito degli interventi i finanzieri tarantini hanno proceduto a segnalare alla competente Autorità i titolari di 8 delle rivendite interessate dai controlli. 

Anche a Mantova, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sequestrato 8mila camicie, per violazione delle fattispecie, ex art. 517 codice penale e art. 4 comma 49 Legge n. 350/2003, più in particolare, in ordine all’illecita commercializzazione, come Made in Italy. 

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