Livorno – I “falchi” piombano sullo spacciatore. Cruciale l’odore nell’auto

Arrestato dagli agenti della Squadra Mobile un giovane extracomunitario che nascondeva 30 cilindri di sostanza stupefacente, per l’equivalente di 6 kg, nascosti nel vano motore dell’auto.

Livorno – Nella nottata del 14 febbraio, durante l’attività di contrasto al crimine diffuso posta in essere dai “Falchi” della Squadra Mobile, impegnati in servizi specificamente disposti dal Questore di Livorno per fornire una concreta risposta alle istanze provenienti dal territorio in relazione alla recrudescenza dei furti in esercizi privati ed edifici pubblici, i poliziotti hanno controllato un giovane extracomunitario mentre si aggirava con fare sospetto nei pressi di un’autovettura in sosta nel parcheggio di una piscina ubicata nella zona nord della città.

L’uomo, noto ai poliziotti per i suoi precedenti di Polizia anche in materia di reati contro il patrimonio – e che nel settembre scorso aveva denunciato di essere stato inseguito da un’auto da cui erano stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco diretti nei suoi confronti, mentre era alla guida della sua autovettura, il cui lunotto posteriore era stato danneggiato – si mostrava in evidente stato di agitazione.

Sottoposto al controllo di Polizia, veniva trovato in possesso di una chiave riconducibile proprio all’autovettura predetta. Una volta aperta la portiera, i poliziotti sentivano subito un forte odore di sostanza stupefacente provenire dal gruppo di ventilazione del cruscotto, pertanto procedevano all’immediata perquisizione del mezzo, che dava esito positivo, in quanto venivano rinvenuti, occultati nel vano motore (sotto la griglia dove sono presenti i tergicristalli), confezionati e già pronti per essere immessi sul mercato, ben 6 kg di hashish (divisi in 30 “cilindri” col marchio impresso sul cellophane) ed 1 etto di cocaina (in una busta trasparente).

I 30 “bussolotti” rinvenuti nell’auto.

Lo straniero veniva pertanto tratto in arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, come disposto dal P.M. di turno, veniva condotto presso il carcere di Livorno, in attesa dell’udienza di convalida, all’esito della quale, nella mattinata odierna, il giudice disponeva l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con installazione del c.d. “braccialetto elettronico”.

Proseguiranno senza tregua i servizi sul territorio finalizzati a prevenire e reprimere ogni forma di criminalità diffusa, che hanno permesso, tra l’altro, nei mesi scorsi, di raccogliere importanti elementi utili alle indagini, che hanno poi consentito di indagare alcuni soggetti – anche minorenni – in relazione a furti con “spaccate” in danno di esercizi commerciali e strutture pubbliche livornesi.

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