L’incredibile storia di Albino: rapito a 6 anni, trovato dopo 73 anni col test online del Dna

Un caso di scomparsa che ha tenuto la comunità di West Oakland con il fiato sospeso per oltre sette decenni ha trovato la soluzione.

Una storia incredibile arriva da oltre Oceano. Il caso pazzesco di un bambino di 6 anni di cui si erano perse le tracce, ricomparso dopo 70 anni con i prodigi della scienza. Il test online del DNA. Era stato rapito quando aveva sei anni, nel 1951, mentre giocava in un parco della California: Luis Armando Albino dopo 73 anni ed è stato ritrovato grazie all’aiuto di un test del Dna online, vecchie foto e ritagli di giornale. A raccontare la storia è il Guardian, che cita a sua volta il Bay Area News Group. I media riferiscono di come la nipote di Albino, con l’assistenza della polizia, dell’Fbi e del dipartimento di Giustizia, sia riuscita a localizzare suo zio che viveva sulla costa orientale degli Stati Uniti. 

Ma cosa è successo in questi 73 anni? L’uomo, padre e nonno, aveva lavorato come pompiere ed era stato un veterano del corpo dei Marines che aveva prestato servizio in Vietnam. Molte vite, dunque, sono passate da quel 21 febbraio 1951 in cui una donna attirò la sua attenzione. Lo aveva poi condotto, in aereo, sino a Puerto Rico, e qui aveva iniziato un’infanzia diversa insieme a una nuova famiglia. La madre che lo ha generato, morta nel 2005, non ha invece mai più potuto riabbracciarlo. L’uomo avrebbe anche qualche ricordo del suo rapimento e di aver attraversato il paese, ma non avrebbe mai ottenuto risposte soddisfacenti dagli adulti coinvolti. 

Luis Armando Albino a 6 anni e oggi

Nessuno però in famiglia lo ha mai dimenticato: la sua foto era appesa nelle case dei parenti, come racconta la nipote. Sua madre morì nel 2005 ma non perse mai la speranza di ritrovare il figlio vivo. Questo fino a quando sua nipote, Alida Alequin, 63 anni, si sottopose a un test genetico nel 2020, che mostrò una parziale corrispondenza con il DNA di un uomo che alla fine si rivelò essere proprio Albino: fu il primo indizio che spinse la donna a ritenere che lo zio fosse ancora vivo. Alequin provò a contattarlo, ma non ottenne risposte. Nel 2024 con l’aiuto delle figlie, la donna fece alcune ricerche, e nella biblioteca cittadina trovò filmati e articoli di giornali locali dell’epoca che parlavano della scomparsa dello zio.

In un’intervista a News Group, ha detto che suo zio “mi ha abbracciato e ha detto: ‘Grazie per avermi trovato’ e mi ha dato un bacio sulla guancia”. Articoli dell’Oakland Tribune dell’epoca riferiscono di un enorme dispiegamento di forze per ritrovare il bambino scomparso. Operazioni che durarono mesi e che coinvolsero la polizia, i soldati di una base militare locale, la guardia costiera e i cittadini. Secondo gli articoli furono perquisiti anche la baia di San Francisco e altri corsi d’acqua. Suo fratello, Roger Albino, era stato interrogato più volte dagli investigatori per tentare di ricostruire l’accaduto e aveva sempre mantenuto la stessa versione: quella di una donna con una bandana in testa che aveva portato via suo fratello.

Negli Stati Uniti, dove quasi tutti nella propria famiglia hanno complicate storie di contaminazioni e migrazioni, volontarie o imposte, ci sono molte aziende che vendono test del genere e hanno decine di milioni di clienti. Si stima che all’inizio del 2019, 26 milioni di persone avessero già dato un campione del proprio DNA ad almeno una tra Ancestry, 23andMe, MyHeritage e Gene by Gene, le principali aziende americane del settore. Alcune di loro vendono i propri test anche in Europa e in Italia, dove MyHeritage si è fatta conoscere con il calciatore Gianluca Zambrotta, campione del mondo nel 2006, e vende i suoi kit per analisi anche su Amazon (erano in promozione durante l’ultimo Black Friday), come fanno le spagnole 24 Genetics e TellmeGen.

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