L’inchiesta sui ritardi nei referti istologici: le 7 contestazioni all’Asp di Trapani

I rilievi mossi nella relazione della Regione, in attesa dell’ispezione del ministero della Salute che mette nero su bianco una “grave gestione”.

Trapani – Ci sarebbe una catena di “grave gestione” da parte della dirigenza generale dell’Asp di Trapani
con ritardi, omissioni, informazioni parziali e comunicazioni non tempestive dietro allo scandalo dei 3.308 esami istologici tenuti nei cassetti dall’Azienda sanitaria, con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 8 mesi per avere il responso. Un caso scoppiato con la denuncia dell’insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere ben 8 mesi l’esito dell’esame istologico disposto dopo l’asportazione di una neoformazione all’utero. La donna aveva presentato un esposto. Il referto, sollecitato più volte anche per vie legali e arrivato con incredibile ritardo, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi. 

Una vicenda che ha scoperchiato un vaso di pandora nella malasanità. Il ministero della Salute così aveva disposto un’ispezione sui casi sui ritardi dei referti istologici di sospetti malati oncologici dell’ospedale di Castelvetrano di competenza dell’Asp di Trapani. Nel documento dell’assessorato regionale alla Sanità con allegata la relazione degli ispettori della Regione consegnati al governatore Renato Schifani, che l’ANSA ha avuto modo di leggere, ci sarebbero sette le contestazioni che vengono fatte dagli ispettori all’Asp. La prima è che la nomina del direttore sanitario aziendale è avventa soltanto nel mese di settembre 2024 e non risultano atti relativi al coinvolgimento del responsabile del rischio clinico e qualità, in questa grave vicenda, da parte della nuova direzione strategica. La principale causa, addotta dall’Asp di Trapani, sul
ritardo di refertazione è la carenza di anatomopatologi nel reparto.

Giorgio Mulè visita la signora Gallo

In data 4 marzo 2025 dalla Siapec (Società Italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica)
emerge che ogni dirigente medico anatomopatologo dovrebbe eseguire almeno 2.500 diagnosi l’anno. Da quanto pervenuto dall‘Asp di Trapani si evince, di contro, che i dirigenti medici anatomo patologi, hanno eseguito – annualmente – un numero di diagnosi compreso tra circa 500 e 1700, sia nel 2023 che nel
2024, numero notevolmente inferiore rispetto al target fissato. A un’analisi dei dati fomiti dall’Asp di Trapani in merito al numero degli esiti istopatologici in carico al servizio di anatomia patologica, riferiti agli anni 2022/2024 e confrontati con il target fissato dalla Siapec emerge un evidente sottodimensionamento dei carichi di lavoro per ciascun dirigente medico anatomo patologo.

Durante la visita ispettiva del 3 marzo 2025, non è stata fornita, nonostante richiesta, alcuna evidenza documentale di linee guida o procedure adottate dal servizio di anatomia patologica in ottemperanza alle linee guida emanate dal Ministero della Salute del 2015; e ancora, nel passaggio alla nuova gestione non si è dato seguito alla disposizione del direttore sanitario, pro tempore, in merito alla centralizzazione del servizio
di anatomia patologica presso il P.O. di Trapani,
per risolvere la criticità legata ai ritardi di refertazione e consegna degli esami istologici, avvenuta soltanto nel terzo trimestre 2024. Non solo, l’assessorato ha avviato una indagine conoscitiva per sapere i tempi medi di esecuzione per le prestazioni di anatomia patologica eseguiti presso gli enti del sistema sanitario regionale, sia con riferimento agli esami citologici che
istologici riferiti all’anno 2024 e ai primi due mesi dell’anno 2025.

Sono stati acquisiti i riscontri nel frattempo pervenuti dai quali emerge, per i medesimi esami, un tempo di refertazione tra i 10 ed i 20 giorni lavorativi. Infine, l’organizzazione interna non è ottimizzata per una gestione fluida e tempestiva delle pratiche istologiche: le problematiche nel coordinamento delle attività tra il personale e la carenza di un sistema di monitoraggio in tempo reale delle attività diagnostiche hanno aumentato i tempi di attesa. Anche il ministero della Salute ha deciso di inviare in Sicilia gli ispettori per fare chiarezza sul caso dei ritardi nella consegna dei referti istologici ai pazienti, l’indagine comincerà la prossima settimana. La vicenda è esplosa a metà gennaio di quest’anno dopo l’interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia Giorgio Mulè che aveva chiesto spiegazioni sul caso dell’insegnante Maria Cristina Gallo, alla quale il referto istologico fu consegnato con otto mesi di ritardo quando il suo tumore era già al IV stadio.

Mulè è andato poi a trovare la signora Gallo, in segno di vicinanza delle Istituzioni ma anche per assumere l’impegno di andare a fondo della questione. Secondo gli ispettori regionali anche il ministro Orazio Schillaci sarebbe stato indotto a sottovalutare la questione nella sua risposta all’interrogazione parlamentare di Mulè, perché ai suoi uffici l’Asp di Trapani avrebbe fornito dati parziali. Un caso di malasanità diventato battaglia di civiltà. Anche perché, come ha sottolineato Mulé facendo visita alla donna, “nella stessa situazione della signora Gallo ci sono stati almeno 3.000 pazienti della provincia di Trapani che hanno atteso mesi prima di avere il referto, mentre ad oggi ancora più di 200 di loro non lo hanno ricevuto”. 

Nella vicenda dell’insegnante di Mazara, il referto, sollecitato più volte anche per vie legali e arrivato con incredibile ritardo, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi. I pm, coordinati dal procuratore Fernando Asaro, nei giorni scorsi hanno acquisito le cartelle cliniche all’ospedale di Mazara in cui, a dicembre del 2023, la Gallo era stata operata. Scopo dell’indagine accertare l’eventuale nesso di causalità tra il ritardo e l’aggravamento della malattia. Nel frattempo, una petizione online di sostegno e solidarietà al direttore generale dell’Asp Trapani Ferdinando Croce è stata lanciata da alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria.

A difesa di Croce che guida l’Asp, si sono schierati alcuni dipendenti che nella petizione scrivono: “Episodi come quelli degli ultimi giorni non consegnano alla collettività un’immagine pulita e meritevole di apprezzamento e addolorano tutti, soprattutto gli operatori di questa azienda, noi che siamo le braccia operative di questa realtà, non possiamo rimanere fermi a guardare senza manifestare il nostro sostegno al direttore generale“. Per chi ha lanciato la petizione, Croce “fin dal primo ingresso nella nostra azienda ha dimostrato gentilezza, sensibilità e rispetto per i propri collaboratori. Un giovane palesemente e oggettivamente competente e preparato, coraggioso e desideroso di fare bene il proprio lavoro, motivando tutti i suoi collaboratori, appartenenti a ogni qualifica professionale”.

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