Il Genio si confessa a Pop. Stavolta le Supposte sono nostre…
DESIO – Diete alimentari controllate o vere e proprie mazzate per l’organismo? Funzionano davvero o sono solo bufale per fare moneta? Fanno male, sono innocue o servono a migliorare la salute? Il dottor Alberico Lemme, 58 anni, nato ad Archi, uno dei borghi più belli d’Italia in provincia di Chieti, è laureato in Farmacia e si occupa di “Ciccioni”. Nel senso che combatte la pinguedine sotto tutte le sue forme e della lotta al grasso in eccesso ha fatto il suo cavallo di battaglia. Da alcuni anni Lemme è diventato il “dietologo” dei Vip ovvero di coloro i quali, per qualche chilo di troppo, farebbero il diavolo a quattro pur di vedere l’ago della bilancia scendere a dismisura. Di contro nella sua “Accademia della Filosofia Alimentare” di Desio il simpatico farmacista dalla parlantina sciolta e dal sorriso accattivante come si compete ad ogni abruzzese che si rispetti, ospita soprattutto gente comune che si rivolge a lui per perdere peso.
Di diete che promettono un girovita da mannequin ce ne sono moltissime, basta farsi un giro in rete per rendersene conto. Ma fanno tutte male e, spesso, non raggiungono affatto i risultati proposti a caro prezzo. Una dieta squilibrata mette a dura prova reni, stomaco, fegato e pancreas spesso con l’insorgenza di patologie anche gravi dunque è meglio diffidare di chi sbandiera ai quattro venti risultati miracolosi in due giorni. Quella del dottor Lemme è una dieta che si basa su concetti scientifici. E’ bene premettere che la nostra non vuole essere un’analisi medica con risvolti pubblicitari, piuttosto una verifica di dati biochimici e clinici che lo stesso Lemme, da anni, espone al pubblico ed in specie a coloro i quali ricorrono ai suoi metodi.
Questo non vuol dire che anche la dieta di Alberico Lemme non possa-debba essere praticata sotto controllo medico meglio se specialistico. Ma vediamo in sintesi di che cosa si tratta:
”…La rivoluzione copernicana, tanto osteggiata, sta nell’eliminazione totale del concetto di caloria – dice l’eclettico farmacista – il corpo non è una stufa. Non brucia nulla ma metabolizza. Questo è un concetto che coinvolge enzimi, ormoni e reazioni chimiche. Il nostro corpo è la nostra casa ed è in grado di comunicarci le sue necessità. Ci avverte quando qualcosa gli dà fastidio o quando lo aiuta a stare meglio e cosi via. Il cibo rappresenta la nostra migliore medicina: è un farmaco e come tale va considerato tenendo conto degli orari, dell’attivazione di enzimi e di ormoni nonché delle controindicazioni e degli effetti collaterali. Al centro di comando c’è l’indice glicemico dei cibi e non le calorie. Il processo d’ingrassamento è attivato dalla produzione d’insulina, una risposta del nostro corpo all’aumento dei livelli di glucosio. La sua attivazione provoca il processo di formazione dei grassi e qualsiasi cosa s’ingerisca è trasformata in una riserva. I cibi ad alto indice glicemico sono quelli che, metabolizzati, portano alla formazione di molecole di glucosio circolante nel sangue e quindi, superate certe soglie, alla produzione d’insulina…”.
E sino a qui, lo riconosce lo stesso Lemme, anche i francesi Montignac e Dukan la pensavano allo stesso modo e dal punto di vista strettamente biochimico non ci sono discrepanze nel suo esposto. Ma Lemme va oltre:
”…Gli alimenti che fanno ingrassare sono frutta, insalata, pomodori, latte, aceto e sale – aggiunge il farmacista – vi siete accorti che tutti quelli che si sottopongono a regimi basati su frutta e verdura continuano ad essere grassi? Come si può perdere peso se questi cibi determinano l’attivazione dell’insulina? La dietologia classica continua a sponsorizzare un’alimentazione basata su tali prodotti e vieta l’utilizzo di grassi come olio e burro. Sono bestialità!.. I grassi non influiscono in nessun modo sulla produzione dell’insulina e quindi non sono responsabili della produzione di pancioni. Il sale, invece, ha una grande influenza e va eliminato. Accelera l’assorbimento degli zuccheri, influenzando l’aumento degli enzimi che facilitano il passaggio delle molecole di glucosio…”.
Una scuola di pensiero che ha il suo costo.