In molti conoscono la vita del 15enne “patrono di internet” morto nel 2006. In pochissimi sanno delle “opere” del patrono degli sportivi.
Roma – Ci sono due giovani vite spezzate che il Papa ha deciso che saranno santi durante il Giubileo 2025. Il primo nome è quello più conosciuto: Carlo Acutis, lo studente morto a 15 anni già beatificato da Papa Francesco nel 2020, ribattezzato il “patrono di Internet”. Il decreto per il miracolo attribuito al ragazzo di Monza morto di leucemia nel 2006 è già stato promulgato. Il giovane nato il 3 maggio 1991 a Londra e scomparso troppo presto, è considerato il “patrono di internet”, per la sua passione per l’informatica. A lui viene attribuita la frase pronunciata durante l’ultima fase della malattia: “L’Eucarestia è la mia autostrada per il paradiso”. Ma c’è anche un’altra figura che verrà investita di Santità, ma si deve andare molto più indietro nel tempo.
Parliamo di Pier Giorgio Frassati, il protettore dei giovani dell’Azione Cattolica e degli sportivi, nato a Torino nel 1901 e morto nel 1925 ad appena 24 anni, come un “giovane militante in associazioni del laicato cattolico” che “si impegnò con tutto se stesso in iniziative di sviluppo sociale e di carità verso i poveri e i malati”. E’ sepolto nel Duomo di Torino, a pochi passi dalla Sacra Sindone. Il 20 maggio 1990 papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato. Papa Francesco ha annunciato che la canonizzazione avverrà nel corso del giubileo dei giovani che si terrà tra il 28 luglio ed il 3 agosto 2025. Non sono state fornite le date precise per la canonizzazione dei due Beati ma il Giubileo degli Adolescenti si terrà dal 25 al 27 aprile: in queste ultime date ci sarà la canonizzazione di Carlo Acutis.
Frassati apparteneva a una famiglia dell’alta borghesia. Ma le sue giornate erano divise tra preghiera, aiuto ai bisognosi, studio e amici. Dopo la sua morte, i genitori appresero dagli amici del figlio, e da coloro che avevano ricevuto il suo aiuto, lo stile di vita di questo ragazzo che correva per le strade di Torino, sempre a piedi perché i soldi per il tram li offriva in elemosina, per comprare le medicine per le persone ammalate, donando persino i suoi indumenti per coloro che non li avevano. I genitori lo rimproveravano spesso perché arrivava sempre tardi essendo all’oscuro della sua vita caritativa. Appassionato di montagna e di sport, si era iscritto al Club Alpino Italiano e all’associazione Giovane Montagna.
Organizzava spesso gite con gli amici (la Società dei Tipi Loschi) che diventavano occasione di apostolato. Andava a teatro, all’opera, visita i musei, ama la pittura e la musica, conosceva a memoria interi brani di Dante. Era sempre attento, però, alle necessità degli altri, in particolare di poveri e ammalati, ai quali donò tempo, energie, la stessa vita. Ormai quasi giunto al traguardo della laurea, gli mancavano due esami, muore per una poliomielite fulminante, contratta probabilmente nell’assistere i poveri. I primi sintomi, emicrania, inappetenza e febbre, si manifestarono il 30 giugno. Muore a Torino il 4 luglio 1925. Due giorni dopo, il fiume di persone ai funerali svelano al mondo la grandezza della sua testimonianza cristiana. Comincia così, a partire da questa grande fama sanctitatis il percorso che porterà alla sua beatificazione.
Di Carlo Acutis invece si conosce meglio la storia: nato il 3 maggio 1991 a Londra e scomparso a soli 15 anni a causa della leucemia. Appena adolescente, era diventato assistente catechista nella sua parrocchia. Di lui si racconta di quanto fosse affascinato dal potenziale di bene che vedeva nello sviluppo di internet, che vedeva “come un modo per evangelizzare”. Nel caso di Acutis, è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni, affetto da pancreas anulare, una rara malattia congenita del pancreas. Emersa da un esame clinico nel 2012, secondo i medici poteva essere corretta solo con un intervento chirurgico.
Carlo è considerato il primo santo dei Millennials: è pregato in tutto il mondo e sul web. “Ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangel – ha detto papa Francesco – per comunicare valori e bellezza. Non è caduto nella trappola“. Nato nella capitale inglese, era cresciuto a Milano e frequentava il Leone XIII. Aiutava i clochard, suonava il sassofono, giocava a pallone e progettava programmi al computer. La sua specialità che ha saputo unire alla fede. Il santo del web ha lasciato tanti segni della sua generosità in città: dai poveri alla mensa Caritas ai bambini della parrocchia di Santa Maria Segreta. A lui è stato dedicato lo studentato milanese di via Barilli.
Lo studente milanese morì il 12 ottobre 2006 all’ospedale San Gerardo di Monza ed è stato riconosciuto, nonostante la sua breve vita, come modello di fede cristiana. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, in occasione della sua beatificazione, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale. Per questo di Acutis, cultore delle nuove tecnologie (che usava assiduamente per trasmettere i valori cristiani) si parla come di un “patrono” di Internet. La sua reliquia è custodita da febbraio scorso a Saronno, nel Santuario della Vergine dei Miracoli.